Cultura e Spettacoli
Mercoledì 19 Gennaio 2011
"Un'Europa felice nella mostra sulla Belle Époque"
L'assessore Sergio Gaddi racconta la mostra che si terrà a Villa Olmo dal 26 marzo
La mostra nasce dal desiderio di realizzare una rassegna monografica e tematica al tempo stesso. Monografica perché presenta celebri capolavori di Giovanni Boldini, grande artista italiano amato internazionalmente, insieme a De Nittis, Corcos e Zandomeneghi. Tematica perché fa rivivere il mito della Belle Époque, un periodo felice della storia europea, a cavallo tra il 1870 e la prima guerra mondiale, dove si concentrano le migliori energie creative e si scopre il gusto del fare con spirito ottimistico, si apprezza la bellezza e la gioia di vivere.
Letteratura e moda, musica e lusso, arte e bistrot si confondono nel ritmo sensuale del can can e producono una straordinaria rinascita sociale e civile.
Ma così come Parigi e le capitali europee sono il teatro privilegiato delle esperienze culturali internazionali, allo stesso modo il fenomeno si manifesta anche negli eleganti ambienti delle città italiane, con Venezia, Napoli, Firenze e Milano in primo piano, ma anche con riflessi comaschi, soprattutto in relazione al fascino romantico del lago e alla nascente industria serica.
Sono gli anni nei quali lo sviluppo della tecnologia rivoluziona i modi di vivere, sviluppando una prosperità e un benessere individuale prima sconosciuti.
Cambiano i costumi e si impone la forza di attrazione magnetica e sensuale della donna, il suo fascino non più solo domestico che cresce di pari passo al suo ruolo sociale.
In questo contesto irripetibile di euforia irrompe il ferrarese Giovanni Boldini, che lascia la sua città nel 1864 per Firenze, quindi per Londra ed infine per Parigi, dove viene celebrato come una star e diventa il "parigino d'Italia" capace di inventare meravigliosi ritratti delle personalità più in voga dell'epoca.
La sua immensa popolarità arriva fino in America, ed i suoi modi aristocratici, la vocazione per la mondanità, il numero altissimo di liason galanti e la frequentazione dei migliori ambienti borghesi ne fanno un punto di riferimento di un significativo gruppo di artisti. La mostra di Villa Olmo non si ferma al momento internazionale dell'esperienza creativa del maestro, che peraltro abbandona presto l'avanguardia italiana dei macchiaioli, ma analizza anche i rapporti con altri grandi artisti italiani, dall'eleganza raffinata e metropolitana di De Nittis, oggi splendidamente celebrato al Petit Palais di Parigi, alle tensioni più introspettive di Zandomeneghi, vicine all'impressionismo francese.
A Villa Olmo ci aspettano quindi le atmosfere mitiche delle Esposizioni Universali, dei celebri caffè, dei teatri e dei bistrot, ma soprattutto la straordinaria energia artistica che potrà dare alla nostra città una positiva e necessaria scossa di vitalità.
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