Cultura e Spettacoli / Como città
Domenica 06 Febbraio 2011
Lipari: "Il festival raddoppia
ma ora salviamo l'Astra"
Il regista comasco soddisfatto dell'esito del sesto festival del cinema italiano a Como lancia un appello perché il pubblico garantisca la sopravvivenza dell'unica sala cittadina
Il personale “momento fondamentale”?
Tra tutti quelli, numerosissimi, di una settimana densa di incontri umani di grande intensità, mi piace ricordare quando abbiamo dovuto letteralmente allontanare dall'Astra gli studenti che continuavano a porre domande a Guido Chiesa, regista di Io sono con te, ben oltre l'orario. I giovani, al contrario di quello che si pensa, sanno ancora prestare attenzione, interrogarsi e interrogare. Quel film, che esalta il ruolo di Maria nell'educazione di Gesù, si prestava particolarmente.
Argomento ricorrente quello della maternità.
Assolutamente: i film che abbiamo mostrato, praticamente tutti per la verità, affrontano in un modo o nell'altro questo tema, evidentemente molto sentito in questo momento storico.
Questo anche nell'inedito che ha vinto il concorso “Rivelazioni”.
La donna e il drago di Rodolfo Bisatti è davvero straordinario, non ci sono altre parole, ma la media dei titoli selezionati dalla Cineteca di Milano era davvero alta, tanto che lo scarto tra i primi tre era ridottissimo (allo Spazio Oberdan il premio definitivo è andato a Et in terra pax di Botrugno e Coluccini, ndr).
Si è rinnovato il rapporto particolare con il pubblico.
Dai trecento della prima edizione i tesserati sono più che raddoppiati. Quindi non devo ringraziare solo i ragazzi di Sguardi e di Dreamers e partner istituzionali, la Camera di commercio e l'assessorato provinciale alla cultura, ma anche tutte le persone che si sono fermate a dibattere, a discutere, una comunità che si è data appuntamento per vivere un'esperienza collettiva che sarà possibile finché ci saranno personaggi come don Enrico Malinverno e il suo impareggiabile staff. Ma, come lui stesso ha ricordato, l'Astra ha bisogno di spettatori per sopravvivere.
Alessio Brunialti
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