Cultura e Spettacoli / Como cintura
Lunedì 07 Marzo 2011
La Reggiani a Campione:
"Con la cronaca sul palco"
L'attrice comica porta all'Auditorium Baraggia lo spettacolo "Quello che gli uomini (ci) dicono"
Signora Reggiani, con quali riflessioni avvincerà il pubblico di Campione?
Lo spettacolo, che è stato accolto con grande simpatia dagli spettatori, mi regala molte soddisfazioni. Utilizzo ancora la formula del "contenitore" in cui confluiscono tante cose, sull'onda dell'attualità. Parlo di televisione e di giovani e ad un certo punto compare in scena anche Maria De Filippi, che si difende dalle "accuse" che le vengono fatte. Parlo di "arrampicatrici sociali", che, come si capisce bene sono un argomento della cronaca più scottante. Ed ecco, ad esempio, l'intervista doppia a Carla Bruni e a Elisabetta Tulliani. E poi ecco un argomento che piace tanto agli uomini…
Ovvero?
Quello della "calata" di donne provenienti soprattutto dall'Est Europeo che scatenano i sogni di mariti e compagni, pronti ad abbandonare il nucleo coniugale.
Quanto la diverte creare dei personaggi ispirandosi a figure popolari come la Bruni o Antonella Clerici o altre?
È un divertimento grandissimo, per un'arte a cui mi sono avvicinata fin dagli inizi della mia carriera. Penso, ad esempio a programmi cult come La tv delle ragazze. Non voglio sopravvalutarmi, ma credo che, prescindendo l'inarrivabile Noschese, io e il mio team siamo riusciti ad arrivare a risultati notevoli.
Quanto ci vuole per creare uno di questi personaggi?
I tempi variano. L'imitazione della première dame è nata rapidamente, difficile invece imitare la Ferilli. Ogni figura ha le sue caratteristiche.
Lei porta in scena la femminilità, oggi al centro di grandi dibattiti. Pensa che dal palco sia utile scendere in piazza, come avverrà anche dopodomani?
Sì. Io andrei alle manifestazioni con la consapevolezza che questo gesto non servirà a molto, per come il nostro Paese e il governo stanno gestendo la questione femminile. D'altra parte, io sono madre di una ragazza di quindici anni ed è giusto dare un segnale alle giovani perché riflettano sul valore corretto dell'identità femminile, oggi svilita e disconosciuta.
Sara Cerrato
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