Lella Costa al Sociale
profeta dell'oggi

L'attrice oggi pomeriggio a Como, nel teatro che adora, a presentare per l'associazione Saladino, a favore di Emergency, lo spettacolo Ragazze. Nelle lande scoperchiate del fuori

COMO - Un pomeriggio con Lella Costa, per applaudire un'affabulatrice sempre capace di affascinare e nello stesso tempo per un gesto solidale in favore di Emergency, di cui la Costa è, da tempo, paladina.
Ecco la ricetta proposta per oggi, alle 18, al teatro Sociale di Como, dall'Associazione Silvano Saladino: Ragazze. Nelle lande scoperchiate del fuori, una delle più recenti “fatiche” teatrali di Lella Costa che verrà presentato in versione “recital” ovvero con testo integrale, con alcuni tagli dal punto di vista della scenografia. Proprio l'autrice e attrice milanese ci racconta Ragazze, spaziando a tutto campo, tra scena e realtà.
Signora Costa, rieccola a Como e al Sociale…
Con grande gioia perché il Sociale è uno dei più bei teatri italiani. Adoro il palco ma soprattutto il camerino, pieno di storia e arte.
In questo spettacolo il tema è proprio la figura femminile che, nelle “lande scoperchiate del fuori”, non se la passa proprio benissimo. Alla luce dei fatti di queste settimane, si sente una profetessa?
Negli ultimi anni mi sono spesso accorta di aver “anticipato” nelle riflessioni e nei dialoghi dei miei spettacoli alcune situazioni che poi si sono verificate nella cronaca. Ad esempio, nello spettacolo Traviata, scritto in tempi davvero non sospetti, io parlavo del padre di Alfredo, per me simbolo di una certa mentalità detestabilmente maschilista, “papi”.
Non c'è che dire, una bella coincidenza…
Quando me ne sono resa conto, non sapevo se essere lusingata o spaventata da me stessa. Comunque non penso di avere doti profetiche. Più che altro, io e tutti gli artisti viviamo dell'osservazione della realtà che ci circonda. Non mi riferisco al racconto della cronaca, ma a quella capacità di “annusare l'aria” di cogliere le atmosfere che caratterizzano un momento storici.
In ogni caso, meglio specificarlo, lo spettacolo non parla delle vicende scandalistiche degli ultimi mesi…
No, anche perché e stato scritto oltre due anni fa. La mia idea iniziale è collegata al mito di Orfeo ed Euridice. Se, fino all'Ottocento, l'attenzione è sempre stata puntata sul poeta e marito innamorato che scende negli Inferi per liberare la moglie, successivamente molti letterati si sono accorti di Euridice e del suo “volgersi indietro”. Perché lo fa, a pochi metri dalla salvezza? E' un caso o forse non vuole accettare di seguire il destino scelto da altri? Tento di rispondere a queste domande, ovviamente passando attraverso a tante sfaccettature del tema.
In “Ragazze”, come nell'ultimo allestimento che ha da poco debuttato e che si intitola “Arie” continua il sodalizio artistico con Giorgio Gallione…
E' un legame importante. In Giorgio trovo perfetta rispondenza e la capacità di dare corpo alle mie idee.
Sappiamo che anche da Como e da Barbara Minghetti le è giunto più volte l'invito a occuparsi della regia…
Sì e ne sono lusingata ma come si dice a Milano “ogni ofelè al fa el so mestè” e io non mi sento adatta a questo ruolo. Preferisco stare sulla scena.
Lo spettacolo dei sogni?
La Tempesta, con il meraviglioso ruolo di Prospero.
Se dovesse scegliere, sul dilemma di Saviano – Fazio, “resto – vado”?
Resto, resto, nonostante tutto. Invidio chi va a portare la sua arte nel mondo, ma sono troppo legata alla lingua italiana, la mia lingua madre, per pensarmi altrove.
Sara Cerrato
"Ragazze", Como, teatro Sociale, oggi, ore 18. Biglietti a 30-20 euro. Infotel.: 031/270170 - 338/6004019.

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