Cultura e Spettacoli
Giovedì 17 Marzo 2011
Un'allieva best seller
sul luogo del delitto
Con 60 mila copie vendute in un mese, a soli 29 anni, è Alessia Gazzola il caso editoriale dell'anno: il suo romanzo, che narra le vicende sentimentali-professionali di una specializzanda in medicina legale, è ormai considerata la "Kay Scarpetta" italiana, dal nome della protagonista dei romanzi di Patricia Cornwell. Guarda il video-trailer.
Una delle grandi novità di questa stagione letteraria è il romanzo "L'allieva" (Longanesi) di Alessia Gazzola. Alla sua opera prima, la scrittrice messinese, già indicata come la Patricia Cornwell di casa nostra, si è laureata in chirurgia e si sta specializzando in medicina legale ed anatomopatologia. Gazzola presenterà il suo romanzo il 18 marzo, alle ore 18 al Centro Commerciale Carosello di Carugate (Milano) e il19 marzo alle ore 15 a Lecco, al Palazzo del Commercio, alla manifestazione "Leggermente". In effetti "L'allieva" è un romanzo che ha suscitato molto interesse anche perché la protagonista, Alice Allevi, è una giovane specializzanda in medicina legale e proprio questo particolare ha fatto scattare immediatamente il parallelo con Kay Scarpetta, la protagonista di tante avventure della Cornwell. In effetti i mondi in cui la Scarpetta e la Allevi si muovono sono gli stessi, ma il personaggio creato dalla Gazzola è per certi versi più "umano".
La vita della protagonista del romanzo è costellata di piccoli inferni quotidiani. Tanto per cominciare Alice non è vista di buon occhio nell'istituto in cui lavora da quando si è quasi amputata un pollice nel tentativo di sezionare un bulbo oculare. Da allora la direttrice l'ha presa di mira e Alice rischia di ripetere l'anno. A questo bisogna aggiungere il rapporto contrastato col suo collega Claudio e la non facile convivenza con la coinquilina giapponese. In questo contesto arriva l'omicidio di Giulia Valenti, il suo corpo giunge sul tavolo chirurgico e non è una cosa normale, perché Alice ha conosciuto Giulia proprio il giorno prima del fattaccio. Come si può vedere si tratta di un romanzo che alimenta non poco interesse ed il successo che sta avendo conferma questa impressione. In realtà Alessia Gazzola è ancora molto disincantata rispetto al clamore che il suo libro sta suscitando e ci è sembrata addirittura sorpresa. Le abbiamo voluto chiedere innanzitutto se riesce a conciliare la scrittura con la sala operatoria.
«Premesso che la mia sala operatoria è l'obitorio – ha detto con molta ironia a "La Provincia" – devo dire che per ora questi due aspetti della mia vita si conciliano benissimo. Del resto quando uno ha passione per qualche cosa il tempo per farlo lo trova. Certo, con l'uscita de "L'allieva" le cose si stanno un po' complicando, ma per ora riesco a fare tutto».
Dottoressa Gazzola, come mai ha scelto una professione come quella dell'anatomopatologa?
Studiando Medicina mi sono accorta che non avevo una grande propensione per il trattamento del paziente, per cui ho scoperto nella medicina legale il mio ambito preferito. Va anche detto che questa disciplina non consiste solo nelle autopsie, ma ha un campo di lavoro molto vasto e versatile.
La televisione ci presenta l'anatomopatologo come una specie di infallibile risolutore di qualsiasi enigma. Sembra che la scienza, almeno quella che si vede sullo schermo, riesca a trovare i colpevoli velocemente e senza errori. È veramente così?
Posso assicurarvi che non è così. Quello che si vede in televisione non corrisponde assolutamente alla realtà. Sceneggiati come "Csi" hanno persuaso il pubblico che la nostra sia una scienza esatta. Che da un'autopsia o dall'esame dei reperti raccolti sulla scena del crimine si possa individuare esattamente il colpevole, l'ora del delitto, la dinamica di un gesto efferato, ma le cose stanno diversamente. Noi, pur con l'aiuto della scienza, dobbiamo fare i conti con la realtà e con gli errori, per cui i tempi sono senza alcun dubbio più lunghi e la soluzione di un caso non è matematica.
Veniamo al suo romanzo. Viene presentato come un thriller. Era una sua scelta precisa quella di scrivere un libro di genere?
Presentare "L'allieva" come un thriller non è scorretto perché in effetti c'è una forte componente di suspense. A me, poi, piace pensare che non sia solo un thriller ma anche una storia di vita. Alice Allevi fa di professione il medico legale, per cui è quasi normale che si imbatta in casi umani inquietanti, ma d'altra parte io ho voluto raccontare anche la sua vita da specializzanda con tutto quello che di “normale” ciò comporta”.
Può già dirci se «L'allieva» avrà un seguito e se Alice Allevi diventerà la protagonista di una serie alla Montalbano?
Per ora posso solo dire che ci sarà un seguito al primo romanzo. Anzi, se devo essere sincera, lo sto già scrivendo. Ma per ora preferirei fermarmi qui. Certo mi piacerebbe che Alice diventasse la protagonista di una serie, come si dice, ma si tratta un progetto impegnativo, che ora è prematuro ipotizzare. Attualmente penso al secondo romanzo, poi si vedrà.
© RIPRODUZIONE RISERVATA