Cultura e Spettacoli / Como città
Venerdì 25 Marzo 2011
Gianni Canova a Como
"Il cinema non e' morto"
Il noto critico cinematografico oggi alla libreria Feltrinelli a presentare il suo ultimo libro: Cinemania. 10 anni in 100 film: il cinema italiano del nuovo millennio
Critico cinematografico per i più importanti quotidiani e periodici italiani, ha fondato e diretto Duellanti, il più importante magazine indipendente sulla settima arte.
Professore ordinario di Storia del cinema e preside della Facoltà di comunicazione, relazioni pubbliche e pubblicità dell'Università Iulm di Milano, ha recentemente pubblicato Cinemania. 10 anni in 100 film: il cinema italiano del nuovo millennio (Marsilio) che presenterà oggi pomeriggio a Como alle 18.30 alla libreria Feltrinelli di via Cesare Cantù 17. È l'occasione per incontrare uno spirito libero, spesso controcorrente, soprattutto per quanto riguarda il perenne “stato di crisi” del cinema italiano, “da sessant'anni a questa parte ossessionato dal confronto - che a volte assume anche i toni del rimpianto - con la stagione più alta e più nobile della propria storia: il Neorealismo”.
Qual è il reale “stato di salute” del nostro cinema?
Non è morto e, soprattutto paragonato ad altri Paesi, sta benissimo, fa discutere, i film toccano temi che interessano alla gente molto più di quanto si creda. Non è vero che il pubblico vuole unicamente divertirsi e svagarsi.
Nel libro indica anche le “colpe” dei critici e dei giornalisti.
Me compreso, sia chiaro. Ci si lamenta per i tagli alla cultura, che sono un'aberrazione, ma non si fa mai autocritica per avere lasciato che il gossip, il cosiddetto “colore”, gli scandali, i “red carpet” prendessero il posto delle riflessioni, declassando le pagine culturali. E pensare che Montanelli, con cui ho avuto l'onore di collaborare ai tempi de “La Voce”, talvolta metteva una recensione in prima pagina se pensava che fosse culturalmente rilevante.
Come è stato possibile questo?
Intanto molti colleghi godono molto di più a fare i pubblici ministeri, giudici e giuria per condannare un film. Inoltre, già all'epoca, avremmo dovuto essere più affascinanti per il pubblico, rivolgerci maggiormente alla gente. Io ho sempre cercato di contagiare il lettore, lo spettatore, con la mia passione.
Infatti nel libro la scelta dei titoli non riguarda solo quelli che ha giudicato validi...
Certo, ho inserito quelli che io ritengo essere i più significativi. Facciamo un esempio, “Eccezzziunale veramente capitolo secondo...me” non è una pellicola che ci si aspetta di trovare. Invece, soprattutto in relazione al film capostipite, è importante perché permette di comprendere come sia cambiata, o in questo caso come non sia cambiata, l'Italia in una trentina d'anni.
A proposito di questi “sequel” veri o presunti, per “Amici miei, come tutto ebbe inizio” c'è stata una vera e propria mobilitazione per il boicottaggio.
Non la ritengo giusta, non si deve vietare o proibire. Certo trasferire quella storia nel Quattrocento è un segno di crisi mentre il successo di film comici come quelli di Zalone e Albanese testimonia, se non altro, che l'era dei cinepanettoni è finita.
Alessio Brunialti
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