Cultura e Spettacoli / Como città
Giovedì 24 Marzo 2011
"Cronaca e risate"
Panariello al Sociale
Il comico lunedì a Como con i suoi storici personaggi e un occhio alla cronaca e alla tv contemporanea
Signor Panariello, che cosa dicono di nuovo le sue maschere?
Preciso che, innanzitutto, è uno spettacolo diviso in due. E, da una parte, ci sono io con i miei monologhi. Cerco di raccontare la televisione vista dall'esterno: un mezzo che può creare mostri nuovi. Poi ci sono i miei personaggi. Legati alla fantasia, commentano il quotidiano. Si ride, ovvio. Ma ogni tanto ci si sofferma a pensare.
I testi, nella parte «Panariello», sono ispirati all'attualità. Può anticipare qualche tema?
Parlerò anche di bunga bunga, di queste ragazze che farebbero qualsiasi cosa per diventare qualcuno. Anche stare insieme con uomini di una certa età. E non aggiungo altro. Anzi, sì: se possibile, datemi il loro numero di telefono anche a me... Mi ha incuriosito Bertolaso. Anche lui è caduto nei massaggini. Ma l'inquietante, è che ci voleva Gheddafi per non avere più Avetrana in tele, dal pomeriggio alle due. E poi, tutti questi opinionisti che vogliono dire qualcosa. E la Zanicchi, e la Parietti, e Malgioglio. Basta.
Ma è arrabbiato con la televisione?
La televisione vive un momento particolare molto sbilanciato. C'è la rincorsa dell'ascolto, l'ondata dei talent show, tutti a fare i reality. Credo che si debba tornare alla tivù di qualche anno fa. Con il film al lunedì, la partita al mercoledì, e il varietà al sabato sera. Questo spettacolo teatrale mi piacerebbe farlo in tivù. Con un po' di stupore da Cirque du Soleil. Vedremo. Sto per consegnare un fardello pesante, perché vuole essere uno spettacolo itinerante, con doppia scenografia.
Parliamo di cinema. Sono piovute accuse e sassate sul prequel di Amici Miei: per molti fan e diversi critici, un affronto alla mitica trilogia della commedia italiana. Perché ha deciso di partecipare a un progetto del genere?
Sono un attore, bisogna confrontarsi sempre con la storia. Se ti nascondi, farai sempre filmetti. Da anni se ne parla, di questo prequel. E per me, all'epoca, è stata vista come una grande occasione. La sceneggiatura era buona, bisognava rischiare.
Christian Galimberti
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