Cultura e Spettacoli
Mercoledì 13 Aprile 2011
Tutto o quasi ha un prezzo
Ma non sempre è "giusto"
Il 14 aprile alle 20.45, nella Chiesa di San Giacomo a Como, il filosofo Silvano Petrosino dialogherà con l'economista Loretta Napoleoni, nella rassegna de «Le Primavere di Como», promossa dal nostro quotidiano. Alle 17.30, i due relatori saranno alla libreria Ubik, in piazza San Fedele. Nelle pagine di "La Provincia" le interviste ai due protagonisti. Scariva il pdf con il dialogo tra i precedenti protagonisti.
«Ci sono cose che non si possono comprare, per tutto il resto c'è ....». Tutto, volenti o nolenti, conosciamo il claim che invita all'uso (e, ahimè, all'abuso) di una nota carta di credito che fotografa in maniera mirabile una verità assoluta: nella vita tutto, o quasi, ha un prezzo. Solo le anime candide possono pensare il contrario e non arrendersi all'evidenza che le nostra esistenze ruotano intorno al valore in termini economici, ma non solo, che diamo alle cose. Ma cosa determina il prezzo di beni e servizi? Il mercato, con la regola base della domanda e dell'offerta: più alta è la prima e bassa la seconda, maggiore sarà il prezzo richiesto secondo la logica del profitto. Qualcuno deve sempre guadagnarci. Nel mezzo ci stanno le speculazioni e i processi sottili che caricano di significati non solo economici le merci esponendoci ogni momento al rischio di trasformaci da fruitori (consapevoli) a consumatori (passivi). Il concetto di giusto prezzo riassume così in sé fattori che contribuiscono a farlo variare e a farlo sembrare più o meno giusto: il luogo, il tempo, le leggi, le abitudini, la ricchezza o la povertà, il potere del mercato. Ci sono però cose a cui non possiamo dare valore perché non c'è moneta in grado ripagarle. Mi riferisco in particolare a tutto quello che ruota intorno al mondo degli affetti: dall'abbraccio di un figlio alla madre, al sorriso complice di chi ci ama, alla sensazione di pace che ci trasmette la vista di un tramonto d'estate. Altre a cui, invece, non sappiamo dare valore, in particolare noi donne. Secondo l'Ocse che nei giorni ha pubblicato un <+G_CORSIVO>Panorama sulla società<+G_TONDO>, l'Italia è tra i Paesi nei quali il tempo di lavoro non pagato è più lungo, in particolare per le donne. Il problema è che svolgere gratis certi compiti (i lavori di casa, cura di anziani e bambini, ecc.) da considerare senza valore queste attività. Eppure assorbono tempo, energia fisica e mentale e avrebbero titolo per essere prese in considerazione nel conteggio del Pil. Per attribuire loro, alla fine, il giusto prezzo.
<+MOUSE_WR><+OGGI_SU_WR>sul sito internet
<+INDIRIZZO_WR><+TESTO_WR>www.laprovinciadicomo.it
<+TESTO_WR>Leggi le interviste ai precedenti relatori.
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