Cultura e Spettacoli
Mercoledì 13 Aprile 2011
Cristiani in Oriente,
l'urlo del silenzio...
Il 14 aprile, alle ore 18, alla libreria Ubik di Como Antonio Picasso , Piero Kuciukian ed Ambra Garancini parleranno di Medio Oriente cristiano e del libro di Picasso "Il Medio Oriente cristiano", edito da Cooper. È proprio Picasso ad anticipare alcuni temi dell'incontro.
Picasso, partiamo da principio, cos'è il Medio Oriente cristiano e perché parlarne ora?
È la terra di nascita del Cristianesimo e il senso di parlarne è dovuto a ciò che il cristianesimo sta vivendo ora: diaspora senza ritorno e frammentazione interna. Ci sono tante Chiese in Medio Oriente sempre più in competizione tra loro perché non riescono a dialogare tra loro; questo non permette alla religione cristiana di essere davvero un terzo soggetto, non solo confessionale, ma politico. Il Cristianesimo non riesce ad avere un ruolo per risolvere il conflitto israelo-palestinese o per aiutare altri processi di pace.
Cosa impedisce ai cristiani di convivere?
Tante ragioni. Ci sono retaggi storici di secoli e una competizione odierna dovuta anche a ragioni di spazio. Il problema del Medio Oriente è demografico, dove c'è popolazione così elevata in così poco spazio, pensiamo a Gaza, al Libano, a Israele la convivenza diventa più difficile e la frammentazione religiosa diventa sovrastruttura ai problemi esistenti. Nella storia invece, la colpa è dei crociati che non dialogarono con i cristiani esistenti, come in epoca moderna e contemporanea. Col colonialismo, di nuovo i cristiani anglosassoni puntarono alla colonizzazione confessionale che disgregò le comunità.
Ultima immigrazione di massa in Italia, problema religioso oltre che economico?
È troppo presto per dirlo, tuttavia l'Occidente ha gli anticorpi per combattere certe realtà, la convivenza e la tolleranza sono metabolizzati. L'intolleranza agli altri si combatte col benessere, quando questi emigrati entreranno nell'economia delle nazioni diventeranno propulsivi e riceveranno vantaggi. Certo, ci vorranno forse anni, ma ricordiamo che questi nuovi immigrati non sono così tanti come sembra. Tra gli arrivati e i rimpatriati, quanti ne resteranno?
Gli islamici come vedono i cristiani?
Dipende, in Egitto e in Turchia la convivenza è più anctica e più facile, in altri Paesi il cristiano è emarginato o visto come straniero. Ma a differenza dell'Islam in Occidente, il Cristianesimo non è visto come un nuovo arrivato, culturalmente fa parte dell'India e dell'Oriente da secoli, per quanto esterno è insediato.
Ciò significa "minore diffidenza" nei confronti dei cristiani?
Non è detto, anzi, spesso sono diffidenti proprio perché conoscono il Cristianesimo.
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