Cultura e Spettacoli / Como città
Venerdì 22 Aprile 2011
Stefania Cioce:
"In Rai da inviata"
La giornalista comasca stasera "L'ultima parola" su Raidue
Come è arrivata la chiamata de «L'ultima parola»?
Tramite un colloquio. Un anno e mezzo fa lavoravo a Telelombardia e ho saputo che Gianluigi Paragone, che era stato ospite nei miei programmi, stava cercando giornalisti. Mi sono proposta e sono arrivata al momento giusto. Avevo voglia di cambiare, di confrontarmi con una realtà più grande.
Da conduttrice, così, è tornata a fare l'inviata…
Sì, ma nella mia carriera già diverse volte mi sono alzata dalla sedia e poi sono ritornata in studio. Il mio lavoro mi è sempre piaciuto: fare l'inviata è più stimolante, ma anche condurre ha il suo fascino.
Il programma ha ottimi ascolti. Quale è il segreto?
Non c'è. Il nostro tentativo è quello di agganciare un pubblico che solitamente non è attento alle trasmissioni di attualità. Per questo, cerchiamo di svecchiare il linguaggio, anche con le nuove tecnologie. Certo, andare in onda a tarda sera non ci aiuta…
Oggi lavora tra Milano e Roma. Trova il tempo per tornare a Como?
Certo, vivo a San Fermo, e non ho intenzione di andare da nessuna altra parte. Lavoro da vent'anni a Milano, ma ho sempre fatto la pendolare: mio figlio va a scuola qui e anche mio marito, milanese d'origine, si trova benissimo. Se sono arrivata a L'ultima parola è anche perché si tratta dell'unica produzione giornalistica della Rai che va in onda dalla Lombardia.
Cosa ricorda dei suoi inizi a Espansione Tv?
Espansione è stata un po' la mia famiglia e, ancora oggi, sono legata al gruppo. All'epoca, avevo 21 anni e facevo l'università: ero arrivata in redazione come correttore di bozze, per guadagnare qualcosa, ma poi mi sono ritrovata con il microfono in mano. Lì ho imparato il mestiere, grazie soprattutto ad Adolfo Caldarini, il mio maestro.
Poi su Antenna 3, ha lavorato con Gianfranco Funari e ha “lanciato” Costantino Vitagliano…
Sì, di Funari ho un ricordo molto bello: era un “animale televisivo” e, anche se amava definirsi un giornalaio, era un vero giornalista, sapeva raccontare i fatti alla gente. Quanto a Costantino, confermo: la sua prima esperienza tv è stata proprio con me, quando, per un breve periodo, ho condotto su Antenna 3 una trasmissione di gossip intitolata Viperissime.
Marco Castelli
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