Cultura e Spettacoli
Giovedì 26 Maggio 2011
"Osservo la Svizzera
per capire il mondo..."
Il giallista Andrea Fazioli chiude, con Ugo Barbara, gli "Aperitivi in giallo" alla libreria Ubik di Como, il 27 maggio alle ore 18. Ingresso libero.
È il turno della suspance di frontiera, il 27 maggio alla libreria Ubik di Como (ore 18, ingresso libero), che conclude (con Ugo Barbara, autore di «Le mani sugli occhi», Piemme) la settimana di "Aperitivi in giallo". Andrea Fazioli, giornalista e insegnate, un trentatreenne mite e molto colto ne è un esempio brillante: giunto l'anno scorso al quarto romanzo giallo, "La sparizione", incentrato sul personaggio di Elia Contini, come i precedenti, "Chi si muore si rivede", "L'uomo senza casa", vincitore dello Stresa e "Come rapinare una banca svizzera", tutti ambientati in Ticino. "La Provincia" lo ha incontrato per voi lettori; ha parlato dei suoi libri e della sua terra, dandone una visione al di là di ogni stereotipo.
Molto spesso gli scrittori ticinesi scrivono di temi slegati dal territorio ma poi si rinchiudono nel loro orticello; nel suo caso invece accade l'opposto
Io scrivo storie ambientate in Ticino prima di tutto per un motivo pratico: bisogna scrivere di ciò che si conosce. La realtà della nostra Svizzera è particolarmente interessante per la sua situazione di frontiera, per essere incuneata tra il Nord a il Sud dell'Europa. Si verifica dunque il paradosso: per gli svizzero-tedeschi sei un meridionale, per gli italiani un nordico. Questo ci dà un punto di vista che va oltre agli stereotipi. Per contro c'è la piccolezza della realtà; si rischia facilmente di esserne ingabbiati.
E lei come fa a liberararsi da questa gabbia? Anche a livello di scrittura, intendo...
Parlo di un mondo piccolo ma di dinamiche umane che sento come universali; inoltre metto sempre qualche scena esterna - in Svizzera tedesca o in Francia per esempio - per dare un respiro più ampio alle cose.
E tornando agli scrittori ticinesi?
Ma a dir la verità gli scrittori ticinesi spesso scrivono storie ambientate in Ticino; forse manca un po' una visione che sappia adeguarsi all'epoca moderna. Non è semplice trovare un proprio spazio di scrittore, comunque. Siamo in un momento in cui si iper-pubblica, e questo rende le cose complicate.
E lei ha trovato un tuo spazio? Ha un pubblico di lettori anche in Italia?
Sì, la maggior parte dei miei lettori sono italiani. Chiaramente sono letto anche nella Svizzera italiana, ma numericamente sono i lettori italiani ad avere la maggioranza.
Che cosa li spinge a leggere un giovane scrittore ticinese?
Da parte loro c'è sicuramente la curiosità per un territorio che fa parte dell'italianità, anche se poi è in uno Stato diverso. C'è quindi anche il gusto dell'esotico; perché qualche differenza c'è. Alcuni motivi di piacere che hanno i lettori nel leggere i miei romanzi sono quelli che hanno nel leggere un romanziere svedese.
Il personaggio principale dei suoi libri si chiama Elia Contini: si è ispirato a qualche persona in particolare o è nato dalla sua fantasia?
È nato dalla mia fantasia, ma si è formato a poco a poco, affinandosi nei vari romanzi. Ha come peculiarità quella di lavorare nel luganese, quindi in una zona particolarmente trafficata, di scambi, di città. Ma volevo farlo vivere in montagna, in mezzo ai boschi e nella solitudine. Ha una doppia anima, una più sociale e comunicativa, una più contemplativa e solitaria. Mi sono accorto che questo riassume in qualche maniera il mio modo di essere; devo aggiungere che in parte è ancora una volta anche una rappresentazione del territorio, che ha città molto operose con banche e vari servizi e zone selvagge, di montagna. Tutto nello spazio di pochi chilometri.
Non è un personaggio a tutto tondo; ci sono alcuni suoi aspetti che non sopporta?
Tratti in comune con me ne ha molti, ma abbiamo anche caratteristiche molto diverse. Io sono comunicativo, lui è scorbutico. Non è facile scrivere di un personaggio che si nega; ogni volta è una lotta. A volte vorrei avere inventato un personaggio più solare; ma ognuno ha i personaggi che si merita, in fondo. Come ogni vecchia coppia ci capita di avere i nostri screzi. Nel prossimo romanzo Contini non c'è.
Ma tornerà?
Sì, sicuramente. Ci siamo presi un periodo di pausa. Ogni tanto giova.
A quali lettori ti rivolge?
A un lettore che ama le storie che tengono il fiato sospeso. Cerco sempre di scrivere trame avvincenti. Ma poi ogni tanto ci deve essere il momento riflessivo. Sono romanzi che ti intrattengono ma poi, come per sbaglio, ti fanno anche riflettere.
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