Cultura e Spettacoli
Lunedì 30 Maggio 2011
Luisa, Elena ritornano
tra le righe della Storia
Nell'archivio della parrocchia di San Fedele ritrovati alcuni preziosi documenti sulla vita delle due donne, madre e figlia, amiche di Mazzini e femministe ante litteram
Per più di un secolo, sono rimasti nascosti in polverosi volumi custoditi gelosamente nella biblioteca di una parrocchia prestigiosa del centro di Como. Si tratta, pertanto, di documenti finora inediti che fanno luce sulle tappe fondamentali delle esistenze di alcuni personaggi chiave i quali, in modo diverso, sono assorti a ruolo di protagonisti delle vicende risorgimentali e indipendentistiche in terra lariana come in Europa. Documenti, inoltre, che confermano come sia fondato su una solida quanto passionale base di fede tutto l'impegno profuso in azioni coraggiose, a volte al limite dell'incoscienza, finalizzate al conseguimento di un obiettivo preciso: l'affermazione della libertà personale, sociale e politica. Documenti, quindi, che costituiscono un autentico tesoro per la loro fondamental e importanza in una precisa ricostruzione storica di episodi e di accadimenti decisivi per lo sviluppo del nostro Paese.
Centro di Como, biblioteca della parrocchia della basilica di San Fedele. Monsignor Carlo Calori offre la possibilità di consultazione degli storici volumi provenienti dal materiale dell'archivio dell'Arcivescovado di Como, in sua custodia dai primi anni Ottanta e ancora in attesa di una sistemazione definitiva.
A pagina 109 del volume intitolato "Bastizatorum Cathedralis 1800-1810", alla voce «Anno 1807», al paragrafo numero 55, in latino è annotata la nascita di Aloysia (Luigia, poi conosciuta come Luisa) Francischa (Francesca) Iacobine (Giacoma) Riva, venuta alla luce a Como il 31 maggio, indicata come figlia di Aloysio (Luigi) Riva e di Josepha (Giuseppina) Bellini, figlia “domini” (del signor) Josephi (Giuseppe). La bimba venne battezzata dal reverendo Carlus (Carlo) Bernasconi. Si trattava di quella Luisa Riva che trascorse buona parte della sua infanzia con la famiglia a Molina di Faggeto Lario, famiglia peraltro molto nota per la sua tessitura e la sua fiorente attività di importazione ed esportazione della seta con la Francia che per tanti anni seppe garantire in paese diversi posti di lavoro, prima di diventare patriota, amica personale e protettrice di Carlo Cattaneo, dei fratelli Cairoli, di Giuseppe Mazzini e di Cesare Cantù. A quest'ultimo la Riva affidò addirittura l'istruzione di due delle quattro figlie, Adele e Elena Casati, quando la famiglia abitava a Como in via Tre Monasteri, l'attuale via Diaz, dopo la nascita dell'ultimogenita, Alina.
Si passa a un altro volume: l'etichetta recita "Matrimoni dal 1815 al 1923". Alla pagine 26 e 27 dell'anno 1826, al quarto paragrafo, si può leggere il testo del contratto di matrimonio, celebrato dal reverendo Josephi (Giuseppe) Pizzi il 31 maggio, giorno del compleanno di Luisa Riva, tra la patriota e Giovanni Isacco Casati, nato a Lione, in Francia, e il cui padre era originario di Molina di Faggeto Lario. Nel documento, vengono citati i nomi dei genitori degli sposi (Giuseppina Bellini e Luigi Riva di lei, Pietro Casati e Maria Débar di lui) e dei testimoni (Petro Olginati e Bonfilio Bonnotti). Lo sposo, insieme ai genitori, gestiva a Lione un caffè ristorante dove numerosi comaschi confluivano quando si recavano per affari nella città transalpina. Nel 1830, poi, dopo la morte del padre, Giovanni Casati cedette l'attività a un cugino per trasferirsi definitivamente a Como nella casa di via Tre Monasteri.
Nello stesso volume, alle pagine 61 e 62, anno 1858, al paragrafo numero 11 segue l'atto di registrazione del matrimonio fra Elena Casati - figlia di Luisa Riva, patriota come la madre, amica personale di Giuseppe Mazzini e di Giuseppe Garibaldi, tra le prime in Italia a sostenere l'importanza del voto politico anche per le donne - e Achille Sacchi, dottore mantovano denominato dall'eroe dei Due Mondi «il medico che si batte», insignito il 28 maggio 1859 della medaglia d'argento al valor militare quale "Cacciatore delle Alpi" tra i proiettili a San Fermo della Battaglia. Nella cattedrale di Como, il 7 giugno 1858, Elena e Achille furono uniti in matrimonio non dal parroco Federico Angelini bensì da un reverendo «di grandi meriti per dottrina e patriottismo» (citato da "Femminilità eroica" di autori vari, edizioni Satura), don Vincenzo Barelli, cui in seguito venne intitolata l'omonima via del centro storico di Como. Dello sposo Achille Sacchi è stato recentemente restaurato il busto marmoreo che venne ignobilmente danneggiato l'anno scorso da ignoti vand ali sulla passeggiata del colle Gianicolo a Roma.
I tre documenti inediti scoperti nei due volumi custoditi nella biblioteca della parrocchia di San Fedele fissano dei punti precisi delle vite di tre assoluti primattori del Risorgimento italiano che vissero e agirono in terra comasca. «Sono lieto di contribuire a far luce su tre personaggi così importanti della nostra storia nazionale valorizzando così la preziosa opera di custodia di questi secolari volumi» ha commentato monsignor Calori.
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