Cultura e Spettacoli
Sabato 11 Giugno 2011
Somaini entra
al "Centre Pompidou"
La figlia dello scultore ha dapoco donato al Musée national d'art moderne - Centre Pompidou di Parigi un'importante scultura, relativa alla stagione informale. Si tratta di "Nauta", un bronzo con lucidi del 1960, facente parte della serie delle "Oblique"
Nel quadro delle numerose iniziative avviate per promuovere l'opera dello scultore Francesco Somaini, mio padre, vale la pena di segnalare la recentissima donazione al Musée national d'art moderne - Centre Pompidou di Parigi di un'importante scultura, relativa alla stagione informale. Si tratta di "Nauta", un bronzo con lucidi del 1960, facente parte della serie delle "Oblique". L'opera, da me donata in occasione del quinto anniversario della scomparsa dell'artista, figura tra le sculture esposte nella II Biennale de Paris del 1961, rassegna nell'ambito della quale Somaini riceve il Premio della critica. Questo significativo riconoscimento segue a ruota il conferimento del Premio per la scultura straniera alla Biennale di San Paolo del Brasile del 1959 e la sala personale alla Biennale di Venezia del 1960, e suona come una ulteriore conferma del successo dello scultore a livello internazionale. La donazione al "MNAM" viene inoltre a colmare una lacuna per quanto riguarda la presenza di Somaini nelle istituzioni europee, visto che è l'unica opera conservata nelle raccolte di un museo parigino.
È ben nota l'importanza della cultura francese per l'arte italiana del dopoguerra. In questo contesto, bisogna però riconoscere il ruolo svolto dalla critica francese per il giovane Somaini che espone a Parigi alla Galerie Dénise René già nel 1954, partecipando al Premier salon de la sculpture abstraite insieme ad Arp, Bloc, Calder, Franchina, Lardera, Gilioli, Schoffer, Sthaly e altri protagonisti di quest'arte.
Non è questa certamente la sede per approfondire l'argomento. Basta quindi qui ricordare Léon Degand, a cui l'artista dedica addirittura un'opera (l'"Omaggio a Degand", appunto), che pubblica un testo nella piccola monografia del 1956, stampata a Como da Cesare Nani, in cui compare anche uno scritto di Mario Radice. "Questo giovane scultore arriva a dominare la sua arte", scrive il critico di origine belga, dopo una visita compiuta nello studio dell'artista a Lomazzo per vedere le sue ultime opere, ancora in fase di lavorazione. "Non ha corteggiato né l'arcaismo né il falso modernismo. Con molta semplicità e spontaneità, conta esclusivamente sulle proprie forze. Inventore di un nuovo materiale (il conglomerato ferrico, ndr), modellatore dello spazio, creatore di forme e di ritmi, architetto della scultura, si rivolge alle nostre emozioni senza dimenticare la nostra intelligenza....". Più tardi è invece Michel Tapié a interessarsi al lavoro di Somaini nell'ambito della piena stagione informale e a scrivere il testo per la grande monografia del 1960, stampata dalle Editions du Griffon di Neuchâtel in occasione della sala personale alla Biennale di Venezia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA