Cultura e Spettacoli
Lunedì 13 Giugno 2011
Fabrizio Vendramin: "Porto la pittura
alla ribalta della televisione"
Il vincitore di "Italia's got talent" insegna a Cadorago: "Il mio sogno è aprire una scuola d'arte per i giovani"
Da qualche settimana a questa parte, infatti, la popolarità di Fabrizio Vendramin, 48 anni, da Uboldo (Varese), fresco vincitore di “Italia's Got Talent”, la trasmissione di Canale 5, condotta da Simone Annichiarico e Geppi Cucciari, con la partecipazione di Maria De Filippi, Gerry Scotti e Rudy Zerbi, è cresciuta a dismisura. Lui, però, non vuole badarci più di tanto e pensa già alla sua prossima
sfida: aprire una scuola per insegnare l'arte ai giovani. Perché il talento, sui nostri territori, c'è, eccome.
Quali emozioni ha provato dopo il trionfo in tv?
Francamente la vittoria mi ha sorpreso. Sono rimasto incredulo, perché non pensavo che la pittura potesse essere così convincente agli occhi del pubblico. E poi, anche gli altri finalisti erano stati molto bravi.
Il suo numero, però, denominato “Musica e colori” ha lasciato tutti a bocca aperta…
In realtà, lo avevo già eseguito diverse volte, anche se non davanti a un pubblico numeroso come quello televisivo: lo avevo presentato nelle piazze e in alcuni teatri, accompagnato dai Led, una band che conosco da molto tempo. Due anni fa, con loro, ho portato questa performance anche in Germania.
Quello che colpisce maggiormente è la sua scelta di dipingere i ritratti al contrario. Come le è venuta l'idea?
Lo faccio perché voglio “giocare” con il pubblico e far incuriosire chi assiste alla mia performance. E poi, lo dico sempre ai miei allievi di pittura: copiare un'immagine capovolta è utile, perché aiuta l'artista a concentrarsi sui tratti e a liberare la mente.
Anch'io, ovviamente, per farlo, ho i miei segreti: faccio piccoli segni, per non perdere l'orientamento dell'immagine.
A questo proposito, lei insegna arte a Cadorago…
Sì, precisamente insegno Tecnica del disegno agli allievi di “Murarte”, una piccola Accademia di pittura. Si tratta di un progetto molto bello, perché, attraverso questa scuola, verranno scelti alcuni artisti che poi dipingeranno su muri e pareti della zona.
Dalla sua esperienza, crede che nel comasco ci sia talento?
Indubbiamente c'è, anche se i giovani troppo spesso si perdono in mille cose e coltivano sogni irreali. I ragazzi, ad esempio, aspirano a diventare famosi giocando a calcio, ma non si rendono conto che non tutti possono arrivare in Serie A. Al contrario, invece, molti di loro hanno realmente l'opportunità di divertirsi e realizzarsi suonando uno strumento o dipingendo.
Il suo sogno, dichiarato anche in trasmissione, è quello di aprire una scuola d'arte per i giovani…
Confermo. Ora, infatti, vorrei capire dove posso farlo, trovare uno spazio adatto, e quali sono i costi da sostenere. Di certo, non mi manca lo spirito organizzativo.
Facciamo un passo indietro. Come è nata la sua passione per la pittura?
Come tutti i ragazzini, da piccolo disegnavo per gioco. Poi, dopo la terza media, la passione mi ha portato a iscrivermi al liceo artistico. Lì ho capito che l'arte avrebbe potuto diventare la mia
professione: quindi, ho frequentato per due anni l'Accademia di Brera, poi ho abbandonato per andare a lavorare come cartellonista pubblicitario. Infine, sei anni fa, ho deciso nuovamente di cambiare e di dedicarmi solamente alla pittura.
Come mai, dopo tanti anni, ha deciso di andare in televisione?
In realtà, l'idea è stata di mia moglie, che l'anno scorso ha guardato il programma e mi ha suggerito di partecipare con la mia performance.
All'inizio non ho dato grande peso alla sua proposta, poi però ho pensato che mandare una mail non mi sarebbe costato nulla. La produzione mi ha risposto e, dopo qualche mese, ho sostenuto il primo provino a Torino.
Come ha vissuto “Italia's Got Talent”?
Ho vissuto bene questa esperienza, è stata una bella parentesi, anche perché è una trasmissione divertente, che dà spazio alla gente. Se in futuro capiterà ancora di andare in televisione, quindi, lo farò volentieri, ma se non capiterà, non mi preoccuperò più di tanto.
Marco Castelli
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