Cultura e Spettacoli
Lunedì 13 Giugno 2011
Colombari: "Da scrittice
mi metto davvero a nudo"
E' stata, nel '91, la più giovane Miss Italia della storia. Oggi, madre di un bambino e moglie, la modella è soprattutto impegnata nell'aiuto ai bambini orfani e malati di Haiti. La sua biografia apre il festival "Libritudine" di Lissone, la prima kermesse letteraria dell'estate lombarda.
Che la bellissima Martina Colombari, la più giovane Miss Italia mai incoronata (nel '91, a sedici anni) fosse un talento eclettico, lo sapevamo. Modella, attrice, presentatrice, ora diventa anche scrittrice, visto che ha da poco dato alle stampe la sua autobiografia "La vita è una", scritta con Luca Serafini (Rizzoli). Proprio per presentare questo suo libro, in cui si racconta come una «ragazza quasi normale», Martina Colombari sarà, il 14 giugno, a Libritudine, festival del libro di Lissone. Info: www.libritudine.it.
Signora Colombari, dopo moda, successi televisivi, ruoli di attrice, ora è il momento della scrittura?
Non mi era mai passato per la mente di scrivere un libro e quando, lo scorso anno, fui contattata da Rizzoli, pensai che si trattasse di uno scherzo. Perché mai – mi dicevo – dovrei raccontare la mia vita? In fondo, ho solo trentasei anni e le autobiografie sono roba per gente un po' più matura!
E poi? Cosa le ha fatto cambiare idea?
Ho cominciato a riflettere sul fatto che lavoro da vent'anni e che di cose ne ho fatte tante, sia nel mondo dello spettacolo, sia nella vita privata. Così mi sono messa in gioco e grazie all'aiuto di un ghost writer, ho scritto un libro in cui mi riconosco. Ho voluto essere schietta, diretta, mettendomi “a nudo” più di quanto abbia mai fatto per i calendari.
È stata un'esperienza liberatoria, il raccontarsi?
Una gratificazione. Per la prima volta, ho potuto parlare io, in prima persona, senza filtri. Ho scelto di raccontarmi con semplicità e dai pareri che raccolgo, credo di esserci riuscita.
Cosa ne pensa suo marito Billy (Costacurta, ndr)?
Mio marito ha ritrovato nel libro la stessa Martina che incontrò nel '96 e che è stata prima sua fidanzata, poi sua moglie e ora madre di suo figlio. Non mi ha fatto rilevare contraddizioni nel mio modo di raccontarmi.
Il libro è una preziosa occasione di bilancio e di propositi. Che ritratto ha tracciato di se stessa?
Come dicevo, ho scritto “guardandomi allo specchio”. In questo modo ho rivisto gli eventi della mia vita e se tornassi indietro, rifarei davvero tutto ciò che ho vissuto e sperimentato.
Anche un debutto in età così giovane?
Sì perché, anche se entrare nel mondo dello spettacolo e della moda mi ha tolto qualcosa, in termini di fanciullezza, mi ha dato davvero tanto in tutto il resto. Nessun rimpianto? No. Anche se, per carattere, non sono mai soddisfatta di quello che realizzo e voglio subito fare un passo avanti. Dicevo che dalla vita ho avuto tanto ma in realtà dovrei dire che l'unica occasione è stata il trampolino di lancio di Miss Italia. Per il resto, mi sono rimboccata le maniche e via…
Oggi è ancora così?
Macchè! Oggi si nasce senza maniche (ride). Vedo molte ragazze che cercano scorciatoie ma credo che sia comunque la scelta sbagliata. Così non si arriva da nessuna parte e le carriere più solide non nascono certo per vie “alternative”. In ogni caso, la colpa di una degenerazione come quella odierna non è tutta delle ragazze, ma soprattutto del mondo che le circonda.
Permetterebbe a suo figlio, che oggi ha sei anni, di bruciare le tappe come ha fatto lei?
L'importante è che scelga secondo le sue inclinazioni, perché la costrizione è davvero il male peggiore. Mi sto già preparando ad anni di “lotte” perché così piccolo è già una “testa calda” (ride di nuovo).
Capitolo solidarietà. Perché questo impegno?
Prima di conoscere la Fondazione Rava, tre anni fa, non mi ero mai impegnata nel volontariato. Alla fine di questo mese, effettuerò il mio settimo viaggio ad Haiti. È un'esperienza forte che mi insegna molto e mi dà dolore e speranza. Come quella volta che, dopo il terremoto, ho visto una bambina muovere i primi passi con la protesi alla gamba. Ricordo la fatica, i passi con la protesi rosa che spiccava contro la pelle scura della bimba. Fu un momento di speranza e rinascita, per quel popolo martoriato.
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