Cultura e Spettacoli
Martedì 14 Giugno 2011
Sulle "Tracce" di Somaini
negli antichi Sassi di Matera
Una grande antologica dello scultore comasco (1926-2005) si apre a Matera, in Basilicata, il 18 giugno.
I sassi di Matera sono una collocazione particolarmente adatta alle sculture di Francesco Somaini con il riferimento diretto alla materia nella sua forza espressiva più alta e sublime. Nella città lucana si apre il 18 giugno una grande mostra antologica dedicata allo scultore comasco, curata da Giuseppe Appella e da Luisa Somaini. A partire da opere che documentano il lavoro giovanile - il percorso si apre con «Pietre sul fondo» del 1943, realizzata quando era appena diciassettenne - fino alle sculture informali degli anni Cinquanta e a quelle monumentali, il corpus della mostra si compone di settantacinque sculture, disegni, medaglie e piccole "tracce" suggestivamente dislocate tra le chiese rupestri Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci e il Musma - Museo della Scultura Contemporanea. Il rapporto di Somaini con la materia è empatico e lo stretto legame che si crea ora nella mostra tra territorio e scultura rende l'evento particolarmente suggestivo. Le «Tracce», ricavate, a partire dal 1975, attraverso l'intaglio diretto del marmo con il getto di sabbia ad aria compressa, che identificano il linguaggio unico e del tutto personale dello scultore, derivano proprio da un'indagine che ha fatto della materia il punto stesso di partenza e di approdo. Lo confermano nella mostra le opere del primo periodo: il gesso «Bagnante» del 1948-49, esposto alla Biennale del 1950, l'opera in ferro Combaciare (Leda), del 1954 e l'Omaggio al mare dello stesso anno. Si percepisce fin da questi lavori il desiderio di superare l'astrattismo, e quindi la forma, verso realizzazioni più vicine all'informale, dove la materia appare finalmente libera di esprimere la sua forza originaria. Opere di grande importanza, non solo nel percorso dell'artista, ma nel panorama della scultura internazionale, quali «Orizzontale IV» (1959), «Grande Trono» (1968), «Carnificazione di un'architettura: In Vinculis» (1975), «Traccia positiva e negativa e matrice» (1980-81) e «Fortunia» I (1975) costituiscono i punti cardine della mostra e del percorso stilistico di Somaini. Dopo l'esperienza informale e a partire dall'indagine della presenza della "traccia", forma di memoria fisica della materia, la cui "matrice" costituisce l'altro polo della ricerca, Somaini, recependo anche le istanze del suo tempo, ha sentito la necessità di indagare la scultura in rapporto allo spazio urbano. Si è soffermato con riflessioni teoriche, progetti, disegni e realizzazioni, sul concetto di scultura in chiave monumentale. «La città - scriveva in Urgenza della città (1972) - è divenuta un campo afono alla memoria, mentre le sue strutture sono consumate, logorate da eccessi di potere, aggressioni, persecuzioni, rivolte, sofferenze antiche e recenti, intrise di passioni, sogni, incubi soffocanti, violenze consumate nell'ombra e nel chiuso delle sue cubature: è ora di far riemergere dalla memoria, tutte queste memorie, di recuperare il campo urbano alla voce corale». Somaini dà quindi vita ad alcune importanti realizzazioni monumentali quali il Monumento ai Marinai d'Italia, realizzato a Milano nel 1965-67, ma anche la Porta d'Europa del 1995 a Grandate e soprattutto il Monumento alla Tessitrice di Menaggio che costituiscono lo sviluppo dell'idea di "traccia"- evocatrice nella scultura del corpo umano - inserendosi nel "corpo" della città.
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