Cultura e Spettacoli
Lunedì 29 Agosto 2011
L'inedito lato umano
dell'ingegner Gadda
Il nipote della governante di Longone al Segrino anticipa i contenuti di lettere inedite scritte dal narratore, che rivelano un profilo di grande generosità e attenzione al borgo brianzolo. Insomma: se così stanno le cose, la storia della letteratura del Novecento va riscritta... Leggi il testo completo sull'edizione cartacea de "La Provincia" del 30 agosto.
Se forse per scendere un luce nuova sulla figura di uno dei più grandi, celebrati e discussi scrittori del Novecento italiano. Dai copiosi archivi lasciati per testamento da Carlo Emilio Gadda (1893-1973) alla sua fedele domestica Giuseppina, stanno affiorando lettere che raccontano di un "Ingegnere" con qualche spizzico di cordialità, di gentilezza con le persone, in particolare quelle umili. Qualche volta addirittura generoso.
Quindi un Gadda diverso da come è sempre stato visto soprattutto in Alta Brianza e in particolare nei rapporti tra lui e la gente di Longone al Segrino (in provincia di Como, ndr): un senso di fastidio reciproco che emerge non solo dai suoi libri ma soprattutto dai ricordi dei vecchi paesani, ormai quasi tutti morti, ma che questo malessere hanno tramandato ai figli, ai nipoti. A Longone non hanno mai dedicato una via, tanto meno alzato un monumento, o almeno una targa a Carlo Emilio Gadda. A raccontarci di queste novità è colui che le carte di Gadda in mano le ha. È Arnaldo Liberati, nipote di Giuseppina la governante dello scrittore che Gadda scelse come sua erede. Morta recentemente Giuseppina, Liberati è diventato il proprietario di questi cospicui documenti: un patrimonio importante, tra cui moltissime lettere conservate dallo scrittore, alcune delle quali pervenute da quelli che lui chiamava i "famigli" della casa e poderi di Longone, che come era pensiero comune, lui non aveva mai visto con simpatia, tanto meno occhio benevolo. Liberati sta pian piano infilandosi in queste preziose carte, studiandole assieme a studiosi gaddiani come la professoressa Paola Italia dell'Università di Siena. Con Franco Vecchio, Mario Porro presidente e direttore del «Centro studi Gadda» di Erba ho avuto l'occasione di accompagnare Liberati e la professoressa Italia a vedere, loro per la prima volta, quel che resta della celebre dimora gaddiana di Longone che l'Ingegnere chiamava la «fottuta casa».
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