Cultura e Spettacoli
Martedì 30 Agosto 2011
L'arte reinventa
i grandi classici
Dal Kamasutra a Disney fa incetta di citazioni e rende ibridi i saperi. L'analisi della professoressa Di Raddo dell'Università Cattolica.
In queste settimane sono state pubblicate su riviste e giornali, di settore e non solo, alcune immagini di forte impatto di una serie di opere realizzate in occasione della 54a Mostra Biennale d'Arte di Venezia dall'artista cubano Erik Ravelo. Si tratta di un lavoro intitolato poco latamente Lama Sutra, ispirato al noto Kamasutra indiano, che combina un materiale semplice e "casalingo" come la lana con la pratica nobile, ma altrettanto casalinga, del sesso. La sponsorizzazione di Benetton, che metterà queste opere nelle vetrine dei suoi negozi in importanti città del mondo, completa poi il quadro del lavoro che, al di là dell'inno alla fantasia e alla gioia - si potrebbe dire, visti i colori sgargianti degli indumenti che rivestono i corpi aggrovigliati nella lana - è anche una non indifferente operazione di marketing e comunicazione.
Troviamo quindi condensati in questo lavoro artistico molti temi oggi sulla cresta dell'onda nel mondo dell'arte, divenuto oramai ambito imprescindibile del crocevia tra creatività, mercato e comunicazione. Ciò che colpisce, e che emerge con evidenza proprio alla Biennale di Venezia, mettendo in luce in realtà un aspetto peculiare dell'arte attuale, è la pratica dell'appropriazione di un'immagine, famosa o entrata nella coscienza collettiva, come, appunto, nel caso del Kamasutra.
Dopo le avanguardie di inizio Novecento e le neoavanguardie degli anni Sessanta e Settanta, che hanno distrutto il concetto di "riproduzione" attraverso l'"invenzione" - di forme, strutture, interpretazioni, materiali - l'arte, non solo quella figurativa, ha cominciato a fare libero uso delle immagini, e in particolare di immagini che passano da un mezzo all'altro, immagini che vengono reimpiegate e quindi rivitalizzate, dotate di sensi nuovi, immagini che cambiano statuto pur restando sostanzialmente le stesse.
Si tratta di una delle questioni più fortunate degli ultimi anni, come dimostrano numerosi libri e convegni. E come dimostra anche l'ultima mostra di Venezia.
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