Cultura e Spettacoli
Mercoledì 05 Ottobre 2011
Sorpresa, Internet
ha già 400 anni
Esposto in biblioteca comunale, a Como, un libretto del 1660 che spiega come fare arrivare posta in tutto il mondo: un gioiello a stampa, che mostra come il tema della comunicazione sia tipico dell'età moderna.
C'è anche un piccolo manuale per le poste di tutto il mondo nella recente mostra "Viaggiatori, mercanti, marinai, cartografi, conquistadores", che si terrà fino a giovedì 13 ottobre alla Biblioteca comunale di Como. Si tratta del "Nuovo itinerario delle poste per tutto il mondo", opera di Ottavio Codogno, rarissimo libro, stampato nel 1666 dall'editore veneziano Giacomo Zattoni.
In un'epoca che si apriva alle grandi esplorazioni un trattato di tutto il servizio postale dell'Ecumene di allora dà la misura di che cosa sia la comunicazione in un mondo difficile e sempre di più altro da sé, selvaggio: quello incarnato nel mito del "buon selvaggio", che ha la sua massima espressione nel personaggio di Caliban della "Tempesta" di Shakespeare: opera che è alla base del relativismo culturale. Perché che scopo ha il viaggio se si trovano soltanto propri simili?
Così nell'ambito della rassegna Scritture in mostra, progetto finanziato dalla Fondazione Cariplo, organizzato con Aspem, Acli e Coordinamento comasco per la pace, dopo il successo dell'esposizione delle rare edizioni pliniane (1-20 settembre), è ora possibile ammirare un nucleo importante di libri antichi riguardanti viaggi intercontinentali in Oriente e nelle Americhe, scelto con meticolosa cura e competenza bibliografica da Chiara Milani.
Si tratta di diari di viaggiatori, conquistadores e mercanti, che tra il 1500 e il 1600 hanno raggiunto luoghi sconosciuti all'Europa dell'epoca, annotando e trascrivendo avventure e impressioni.
I loro scritti ebbero grande successo anche tra i contemporanei: furono infatti editi più volte e tradotti in più lingue.
«Questi libri - rammenta Chiara Milani - rappresentano per noi, oggi, importanti testimonianze che ci permettono di ricostruire la visione del mondo di questi uomini, comprendere le loro aspettative e i rapporti con i popoli che hanno incontrato».
Tra queste opere si segnalano il diario di Francisco Xeres, soldato al seguito di Pizarro durante la campagna di conquista del Perù e il coraggioso libro in difesa degli Indios del vescovo Bartolomeo De Las Casas; l'avventurosa cronaca della spedizione tra i ghiacci del Polo Nord scritta di un marinaio olandese; la cronaca del viaggio in Birmania di un gioielliere veneziano del Cinquecento, una splendida edizione di un Atlante dell'Ortelio, una storia della Cina dello scrittore agostiniano Juan Gonzalez de Mendoza, edito a Roma nel 1585. Accanto a questi, il prestigioso Atlante dell'olandese Joan Blaeu, tra i più grandi cartografi del Seicento, in un'edizione con frontespizio acquerellato. Non poteva mancare una splendida edizione dell'editore veneziano Ugolino del 1602 del "Milione" di Marco Polo, che nella storia delle civiltà rappresenta senza dubbio l'emblema medesimo della conquista dell'ignoto: un viaggio favoloso nelle terre d'Oriente reso possibile dal fatto che quella carovana percorse territori tutti sottoposti all'autorità di un unico imperatore, Kublai Khan: come ebbe a scrivere Giorgio Levi della Vida nel settimo centenario dell'impresa.
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