Cultura e Spettacoli
Sabato 08 Ottobre 2011
Quando eravamo
migranti disperati
Il drammaturgo Basilio Luoni ricostruisce la vita agra dei lezzenesi alla metà dell'Ottocentro, attraverso lettere spedite da oltreoceano. L'Australia e l'America le mete per vincere la miseria.
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«Caro amico Basilio Luoni, bramerei di sapere il prezo dei vetri comuni polisciati...». La lettera è del 17 giugno 1874, da Adelaide e il destinatario mio omonimo non risiede a Lezzeno, ma in Old St Luke's, Londra. È piuttosto emozionante vedere riaffiorare dal passato un fantasma che porta il tuo nome e di cui nemmeno sospettavi l'esistenza: è un assaggio concreto del futuro, quando sarai finito anche tu nel calderone e il tuo nome, se tornerà a galla, avrà la consistenza e la durata di una bolla di brodo: una bella bacchettata, un giusto memento.
Continuo a non sapere niente, per ora, di questo Basilio Luoni. Uno zio di mio nonno? finito a Londra quando? morto all'estero? Vendeva vetri e oggetti di vetro: tubi, barometri, specchi.
Una comparsa tra le tante dell'infinito dramma dell'emigrazione italiana, che è durato almeno un secolo, dalla metà dell'800 alla seconda metà del 900, e che abbiamo la tendenza a rimuovere, a dimenticare. Facciamo come i nuovi ricchi: appendiamo in salotto l'antenato fasullo comprato dal rigattiere e ci inventiamo ascendenze e abitudini di princisbecco. E se incrociamo un marocchino o un albanese ci mettiamo istintivamente sulla difensiva o sull'offensiva. Coda di paglia?
Certo i nostri veri antenati ci hanno facilitato la rimozione. Quanti non sapevano scrivere? Quanti si saranno vergognati di far sapere a casa che non avevano trovato la Merica?
Quanti avranno deciso di dimenticare da dove erano partiti e di farsi perciò dimenticare? Pochi non erano, ce lo dicono i registri. Se nel 1902 gli emigranti da Lezzeno sono 14, l'anno dopo sono 28, nel 1904 sono 50, nel 1907 salgono a 70, dispersi in Europa, nelle Americhe, in Australia. Nemmeno più nomi, numeri.
(Leggi l'intero articolo sull'edizione cartacea de La Provincia di Como, in edicola il 9 ottobre, nella sezione di Cultura locale)
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