Cultura e Spettacoli
Domenica 22 Gennaio 2012
Masnadieri d'autore
nei toni dark-rock
Un pubblico non folto, ma partecipe, ha lungamente applaudito la tragedia di Schiller messa in scena nel week end con la regia di Lavia. Ecco la critica, guarda alcune immagini della pièce tratta da una precedente rappresentazione.
Atmosfere dark e claustrofobiche, una selva di riflettori dai fusti metallici al posto dell'intrico di alberi della Foresta boema, personaggi vestiti di pelle e borchie, in un continuo e sinistro scintillio di lame e pistole fumanti, sonorità rock e ritmi furiosi. In questo scenario contemporaneo ma abbastanza minimal da divenire atemporale, Gabriele Lavia ha immaginato i suoi "Masnadieri", andati in scena, sabato e ieri, al Teatro Sociale di Como. È arrivata anche nella nostra città questa prova impegnativa e ambiziosa con cui il noto attore e regista ha voluto affidare ad un cast anagraficamente giovane ed energico, l'impegno di rileggere un classico poderoso. La pièce, con le sue quasi tre ore di messinscena, era un banco di prova non solo per gli attori, chiamati a muoversi senza sosta sul palco coperto di terra, ma anche per il pubblico, non più abituato a testi così densi. La chiave interpretativa scelta per raccontare questa vicenda drammatica, tra lotte familiari, tradimenti, amore e odio, redenzioni impossibili e eccidi, è stata quella dell'energia e dei ritmi veloci, con gli attori caricati come molle, capaci di tenere la scena senza un minuto di pausa. Il risultato era una prova che strizza l'occhio al pubblico abituato alla velocità della comunicazione moderna, anche se, in alcuni casi, soprattutto nel secondo tempo, il procedere implacabile poteva togliere spazio alla riflessione. In particolare, l'ecatombe finale, in cui il protagonista Karl Moor uccide padre e fidanzata per non costringerli a convivere con il peso dei suoi orribili delitti, si svolge in modo subitaneo, con cadaveri che cadono tra nuvole di colpi a salve. Nella prova corale, si segnalano le performance di Francesco Bonomo, il fratello perfido di Karl e di Simone Toni, un Karl a metà tra l'eroe preromantico tormentato e il brigante assetato di vendetta. Cristina Pasino era un'Amalia hevy metal, tra chitarra e pistole. Il pubblico non da tutto esaurito ha però apprezzato la proposta, restando concentrato e accompagnando il finale con caldi applausi.
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