Cultura e Spettacoli
Venerdì 27 Gennaio 2012
Cavalli Sforza, 90 anni
Viaggio dentro l'uomo
In occasione del 90° compleanno, Milano ha dedicato al celebre genetista una mostra al Museo di storia naturale, relativa ai Paesi dove ha fatto ricerca nel corso della sua lunga e celebrata attività di scienziato. Leggi l'intervista sull'edizione de "La Provincia" in edicola il 28 gennaio.
Pochi giorni fa ha compiuto 90 anni uno dei genetisti di popolazione più noti e riconosciuti al mondo: Luigi Luca Cavalli-Sforza, italiano di origine e americano di adozione. Sono infatti più di 35 gli anni che Cavalli-Sforza ha passato a Standford, in California. Oltre all'America però, ha lavorato in Gran Bretagna, in Francia, Germania e collaborato con molti dei più importanti laboratori del mondo. E poi ci sono i viaggi, soprattutto in Africa, dove andò per raggiungere quei popoli che vivevano come i nostri antenati di 10.000 anni fa. Per celebrare l'importante compleanno di questo grande scienziato italiano, il Museo Civico di Storia Naturale di Milano ha organizzato la mostra "I viaggi di Luca Cavalli Sforza. Ancora una volta ero io il curioso", che rimarrà aperta sino al 1° aprile.
La mostra si struttura attraverso una serie di fotografie che lo stesso Cavalli-Sforza ha scattato nel corso delle spedizioni scientifiche e le parole che, col figlio Francesco, ha scritto in una sorta di resoconto di viaggio, una specie di diario per aiutarci a capire come funziona la scienza. Sebbene fosse uno scienziato, Cavalli-Sforza non si è mai limitato a restare seduto solo nel suo laboratorio per cercare di capire la storia dell'uomo, del viaggio compiuto in millenni di evoluzione; per questo, viaggiava spesso anche lui, alla ricerca di campioni da analizzare e popoli da incontrare. Nei suoi studi ha sempre voluto mescolare diversi ambiti di ricerca: genetica di popolazione, antropologia, linguistica.
Le sue analisi hanno permesso di ritrovare nell'attuale patrimonio genetico dell'uomo i segni lasciati dai grandi movimenti migratori del passato e delle società multietniche. Nelle sue ricerche, Cavalli-Sforza è stato certamente un precursore dei tempi, un vero pioniere: quando non si sapeva quasi cosa fosse la genetica, Cavalli-Sforza cominciava (fra i primissimi) a studiarla sui batteri; quando tutti si misero a studiare i batteri, lui si spostò sulla genetica di popolazione. E ancora, quando gli altri si dedicarono allo studio delle popolazioni, Cavalli-Sforza iniziava già ad occuparsi di legami fra evoluzione, linguaggio e cultura. Finita la ricerca attiva si dedica alla comunicazione, scrivendo parecchi libri sia per le scuole sia per divulgazione scientifica, cosa che ancora oggi lo appassiona. Si racconta così a "La Provincia".
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