di Agnese Galatà
Il nuovo film di Martin Scorsese "Hugo Cabret" arriverà nelle sale italiane, in 3D, il 3 febbraio. Il film ha ricevuto il Golden Globe per il miglior regista ed è inoltre in corsa agli Oscar 2012 con 11 nomination, tra cui quella di miglior sceneggiatura per gli italiani Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo. È una storia di fantasia, tratta dal libro " La straordinaria invenzione di Hugo Cabret" di Brian Selznick. Ha come protagonista un bambino orfano, Asa Butterfield interprete de "Il bambino con il pigiama a righe", che vive nella stazione ferroviaria de La Gare du Nord in una Parigi degli anni '30. Si occupa di far rimanere funzionanti gli orologi della stazione e il suo sogno è quello di aggiustare il suo pinocchio meccanico che conserva in un nascondiglio. Il " robot" è l'unico ricordo rimastogli del padre, morto in un incendio, ma per dargli la " vita" è costretto a rubare gli attrezzi a un venditore di giocattoli della stazione. È da qui che inizia l'avventura di Hugo insieme alla nuova amica Isabelle, la giovane Chloe Moretz. La bambina è la figliastra del protagonista simbolico del film, un grande regista che crede di essere stato dimenticato da tutti. Interpretato da Ben Kingsley, questo personaggio è un omaggio al regista Georges Melies, considerato il secondo padre del cinema, dopo i fratelli Lumière, e il primo degli effetti speciali. Proprio Hugo farà vedere al regista una seconda possibilità, ai suoi occhi ormai perduta. Nel cast del film ci sono attori di grande successo quali Jude Law, nei panni del padre di Hugo, Johnny Depp, un pittore che aiuterà i due protagonisti in una delle loro avventure, Michael Pitt, il proiezionista, Christopher Lee, Emily Mortimer e Ray Winstone. In un'intervista Scorsese rivela a chi si è ispirato con il personaggio di Hugo Cabret: "In Hugo rivedo me stesso. Rivivo in lui la solitudine della mia infanzia. Hugo è solo perché è un orfano, io lo ero per colpa della malattia di cui soffro, l'asma. Una malattia che ha segnato tutta la mia vita dividendo le cose in due gruppi: questo lo puoi fare, questo no, questo sì, questo no... Gli altri bambini giocavano a calcio: io non potevo. Gli altri bambini si azzuffavano: io non potevo. Anzi, quando scoppiava una rissa mi rifugiavo in chiesa. Sempre in chiesa, nel silenzio, tra le candele accese, in cerca di pace. Per questo dico che chi vuole capirmi deve prima capire che sono un cattolico romano". Questo in America non è il filone principale, ma lui risponde: " E allora? Non bisogna sempre seguire il modello dominante". Esprime il suo parere anche sulla situazione di crisi italiana, che tocca anche il cinema. " Il problema dell'Italia è che i giovani fanno fatica a emergere, a essere riconosciuti per il loro valore. Del resto l'Italia è presa di mira dalla crisi economica e anche l'arte ne risente. Prima mangiare e poi creare, no? Attenzione però, a volte proprio nei periodi di grande difficoltà si creano le basi per un rinnovamento e una rinascita. In questo senso, il cinema italiano ha una grande chance".
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