Cultura e Spettacoli
Sabato 04 Febbraio 2012
Addio a Ben Gazzara
Un duro di Hollywood
E' morto a 81 anni l'attore italo-americano. Oltre alla carriera americana, l'interprete era molto noto nel nostro Paese per aver lavorato con Pasquale Festa Campanile e, soprattutto, per il ruolo di Cutolo nel "Camorrista", debutto di Giuseppe Tornatore. Guarda la fotogallery.
"Anatomia di un omicidio" (1959) di Otto Preminger, dove interpreta l'imputato, lo fece conoscere internazionalmente, ma a Ben Gazzara - che è morto a 81 anni d'età - il successo aveva arriso già a Broadway in un "Un cappello pieno di pioggia" e, tra altro, "La gatta sul tetto che scotta". Era stato allievo dell'Actor's Studio e avrebbe conservato anche sullo schermo una trattenuta classicità: le origini siciliane non sono di pregiudizio, per esempio, in uno dei più interiorizzati ritratti cinematografici di Al Capone ("Quella sporca ultima notte", 1975, di Steve Carter), mentre la confidenza con l'Italia si sarebbe manifestata soprattutto con la nostra cinematografia. Partner di Anna Magnani e Totò in "Risate di gioia" (Mario Monicelli, 1960) dove conferma l'aspra personalità di molti dei suoi personaggi, nel 1988 diventa un verosimile don Bosco, somigliante e schietto, nell'omonimo film, agiografico, ma non troppo, di Leandro Castellani.
E prima l'aveva diretto Pasquale Festa Campanile sia in "La ragazza di Trieste" (1982) al fianco di Ornella Muti sia in "Uno scandalo per bene" (1984) dove Ben Gazzara aderisce al tormento di Canella, interpretando lo smemorato di Collegno. Ma ci sono anche Giuliano Montaldo ("Il giorno prima", 1987) e Marco Ferreri ("Storie di ordinaria follia", 1981) tra in registi che lo scelgono e sarà lui, istrione d'alta scuola, ad imprimere un carattere al protagonista del "Camorrista"con cui nel 1986 esordisce nella regia Giuseppe Tornatore. Ma in Gazzara c'è l'imprinting dell'America: interprete prediletto da John Cassavetes (a cominciare da "Mariti", 1970) stabilisce un sodalizio anche con Peter Bogdanovich: amabile nella commedia "…e tutti risero" (1981), il suo personaggio di insabbiato a Singapore dopo la guerra di Corea, dedito a espedienti per campare, ma niente affatto privo di senso morale dietro una rassegnata tolleranza, in "Saint Jack" (1979) è semplicemente memorabile.
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