Cultura e Spettacoli
Domenica 05 Febbraio 2012
Cafiso si racconta
Io, il jazz e Como
Intervista al talentuoso musicista che, il 5 febbraio, sarà in città, al Teatro Sociale, con il suo gruppo, per una performance di altissimo livello. L'artista, 22 anni, appena tredicenne suonava con Marsalis. Ascolta una sua esibizione.
Nel 2005, la rivista statunitense "Down Beat" ha inserito il suo concerto con il pianista Franco D'Andrea al Pescara Jazz Festival del luglio 2002 tra i 25 più importanti eventi della storia del jazz. Il 19 gennaio 2009, su segnalazione di Wynton Marsalis - che, appena tredicenne, stregò con il suo sax contralto - ha suonato a Washington durante i festeggiamenti in onore del presidente Barack Obama e del Martin Luther King Junior Day.
Il 17 luglio dello stesso anno, Umbria Jazz lo ha nominato «ambasciatore della musica jazz italiana nel mondo». Si è esibito nei maggiori festival. Ha collaborato, oltre che con lo stesso Marsalis, con stelle mondiali del jazz quali Bob Mintzer, Gianni Basso, Joe Lovano, i Manhattan Transfer, Enrico Rava, Cedar Walton, Dave Brubeck e tanti altri. A soli 22 anni, è già considerato un "vecchio" del jazz. Eppure, Francesco Cafiso, ragusano di Vittoria, capelli corti e già 15 titoli nella sua discografia, ha sempre la faccia pulita del bravo ragazzo "di famiglia": «Quando non lavoro, torno a Vittoria - dal 2008 dirige il jazz festival della sua cittadina - a casa dei miei, dove mia sorella, ora farmacista, mi sentiva provare ore e ore, ragazzino, con il sax». Già, il contralto. «L'ho scelto subito: mi piaceva quella voce...».
Tutt'ora enfant prodige della musica improvvisata nazionale, Cafiso è ormai un riconosciuto jazzista "da esportazione". E come tale approderà il 5 febbraio, alle 20.30 (biglietto unico a 20 euro o 25 franchi), al teatro Sociale di Como con il suo quartetto Standards (con lui Paolo Birro al piano, Marco Micheli al contrabbasso e Francesco Sotgiu alla batteria) per il concerto-anteprima "italiana" del 15° Festival di cultura e musica jazz di Chiasso, che lo Spazio Officina della cittadina elvetica ospiterà da giovedì 9 a sabato 11 febbraio prossimi (biglietti per sera a 30 franchi o 25 euro, ridotti per sera a 25 franchi o 20 euro, after 24 a 10 franchi o 8 euro, tessera per tre sere a 65 franchi o 50 euro, per due sere a 45 franchi o 35 euro).
«Sarà la prima volta che suono nella città di Como: dieci anni fa avevo suonato a Lecco, recentemente a Orsenigo» esordisce Francesco Cafiso. E aggiunge: «Al Sociale, presenteremo un repertorio misto di standards rivisitati e mie nuove composizioni originali che non sono ancora su disco. Questo quartetto è attivo da due anni e sta crescendo in personalità: attingeremo dai musical di Broadway come da classici di Parker e Gillespie...».
Pur giovanissimo, Cafiso dimostra di avere le idee chiare: «Un jazzista deve conoscere l'enciclopedia del jazz prima di fare scelte di espressione e linguaggio: non può suonare il "free" se non conosce Louis Armstrong. Io affondo le mie radici nella tradizione jazz: versatilità e gusto della ricerca mi hanno poi portato a rivisitare noti standards in chiave moderna. L'improvvisazione mi fa uscire la parte più intima».
Oltre che con il quartetto Standards, il contraltista siciliano suona con il "drumless" Island Blue Quartet (Giovanni Mazzarino al piano, Rosario Bonaccorso al contrabbasso e Dino Rubino alla tromba) che ha firmato il suo ultimo fortunato cd "Moody'n" (Verve, 2011), con il "4out" (Rubino al piano, Paolino Dalla Porta al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria) e nel duo Travel Dialogues (con Rubino al piano). «Il momento attuale del jazz italiano? Ottimo, nel mondo sono attivi numerosi strumentisti di livello mediamente alto. Qui in Italia abbiamo talenti incredibili, che ci fanno onore ovunque. Io già una star? Non mi sento tale. So solo che, ultimamente, ho composto tanto: realizzerò presto altri dischi. E mi attendono concerti importanti in Messico e in Colombia...». L'enfant prodige di Vittoria alla conquista del mondo.
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