Cultura e Spettacoli
Giovedì 09 Febbraio 2012
Il Cenacolo comasco
svela i suoi "misteri"
Sabato 11 febbraio alle ore 21 verrà illustrato l'affresco di Alzate Brianza, risalente al 1531. Relatore Luca Frigerio, autore di "Cene Ultime" (Ancora).
A livello artistico la Brianza è ricca di tesori nascosti. Uno di questi si trova ad Alzate. In pochi sanno, infatti, che la cappella dell'Immacolata, situata nella chiesa di San Giorgio, custodisce un pregevole affresco raffigurante l'Ultima Cena, che ha molto in comune con il celebre modello vinciano. Occultato e riscoperto soltanto nel 1927, il dipinto venne poi strappato dalle pareti della cappella per problemi di umidità, ma oggi lo si può ammirare nella sua collocazione originale. Insomma, anche la Brianza comasca ha un suo "Cenacolo", poco conosciuto, forse, ma di notevole qualità. A segnalarcelo è Luca Frigerio, autore del libro "Cene Ultime" (Ancora Ed.) dedicato a quei capolavori dell'arte che hanno illustrato uno degli episodi più intensi e drammatici dei Vangeli.
Sabato 11 febbraio, alle ore 21, presso l' auditorium dell'oratorio San Luigi ad Alzate Brianza, Frigerio proporrà un confronto a distanza fra il Cenacolo brianzolo e il suo illustre modello milanese.
L'Ultima cena di Alzate reca la data 1531 e molto probabilmente fu opera del pittore comasco Sigismondo De Magistris, che deve senz'altro aver avuto ben in mente Leonardo, il quale ultimò il suo capolavoro nel refettorio di Santa Maria delle Grazie nel 1498. Per Frigerio, però, non si tratta di una semplice copia, ma di un'opera che si ispira alla composizione vinciana.
Nel corso della serata, ad ingresso libero, il giornalista illustrerà, con l'aiuto di alcune video proiezioni, somiglianze e differenze, a cominciare dalla figura di Giovanni, alla destra di Gesù, che all'annuncio del tradimento, non si sporge all'indietro verso Pietro, come in Leonardo, ma poggia il suo capo sulla spalla di Cristo. E se uguale è il gesto di Tommaso che alza il dito indice, diversa nell'affresco di Alzate è la posizione delle mani di Gesù, aperte davanti a un piatto non più vuoto, ma contenente l'agnello pasquale, che ancora deve essere immolato. Differenze non soltanto estetiche, ma ricche di significati e contenuti, che verranno messe in luce in una sorta di viaggio artistico-spirituale.
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