Cultura e Spettacoli
Sabato 18 Febbraio 2012
Franca Rame si racconta:
<Senza teatro non posso stare>
L'attrice prepara un libro su Ruzante e intanto torna a teatro
E poi il teatro, finalmente, dopo tutti questi anni di silenzio».
Franca Rame parla con tono pacato, ma si capisce che la gioia è parecchia e si trasmette soprattutto al pubblico del nuovo “Mistero buffo”, che i due attori portano in scena nei teatri italiani con un'energia da trentenni. Oggi, alle 21, saranno al teatro Apollonio di Varese, un altro ritorno, in una città che Franca abitò ragazzina con la sua famiglia di attori girovaghi, marionettisti fin dal Seicento, con papà Domenico capace di costruire e portare in giro un teatrino smontabile da 400 posti, «coperto e plafonato, con camerini, servizi d'acqua e luce elettrica, persino col telefono», come scrisse nel 1942 Giovanni Cenzato nel suo libro “Piccolo mondo provinciale”.
Una famiglia numerosa, tra genitori, figli e nipoti, «con un figlio, ora alle armi, allievo del Centro sperimentale di cinematografia, e un'altra che è detta “la piccola Duse», scrisse il giornalista e commediografo milanese. Franca era bellissima e, come tutti i figli d'arte, non temeva il palcoscenico. «Tutti gli attori quando vanno in scena, sono tesissimi, hanno le mani sudate. Io mai, proprio perché fin da bambina sono stata in scena. Mi mette molto più a disagio lo stare in un salotto con gente che non conosco». Su La Provincia del 18 febbraio un'ampia intervista.
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