Cultura e Spettacoli
Mercoledì 07 Marzo 2012
Il faraone sconosciuto
Lo racconta Sesana
Si annuncia di grande interesse per gli storici il ritrovamento a Karnak, in Egitto, del nome di un faraone della XVII dinastia - Senakthenra - ad oggi ignoto ad opera di un team misto egiziano francese. La scoperta è attribuita a Christophe Thiers che ha trovato sull'architrave di una porta il cartiglio. In questo articolo l'egittologo Angelo Sesana, comasco, da anni direttore della missione italiana a Tebe sul tempio di Amenhotep II, va oltre la scoperta, indicando un'attribuzione, in esclusiva per i lettori de "La Provincia".
Mai come in occasione di scoperte, che si vogliono sensazionali, si può citare una frase del celebre storico francese P. Vidal-Naquet nel suo libro "Gli assassini della memoria": «Lo storico dell'Antichità sa bene che la storia è cosa fragile... non c'è storia perfetta e tanto meno storia esauriente...».
È il caso della storia antica, per la quale, anche se i documenti sono abbondanti, non sono mai esaurienti. Il lungo periodo della civiltà dell'Antico Egitto non fa eccezione e le scoperte che si susseguono di giorno in giorno permettono di aggiungere una nuova tessera al mosaico delle nostre conoscenze. Recentemente, a Luxor, nell'area templare di Karnak dedicata, con le sue imponenti costruzioni, al dio Amon, è stata ritrovata una parte di architrave con il nome di un faraone, finora sconosciuto, appartenente alla XVII dinastia (1650-1550 ca. a.C). Si tratta di "Senakthenra" (fortificato da Ra), da collocarsi temporalmente nella serie dei sovrani di questo periodo e da identificarsi nel faraone Tao I di cui Senakthenra è un secondo nome. La conferma viene da una puntigliosa verifica dei cartigli dei nove faraoni che hanno caratterizzato questa dinastia. Ciò non toglie nulla alla scoperta francese, che documenta il lavoro di edificazione templare nell'area di Karnak.
Il ritrovamento getta luce, poi, su un'epoca poco nota. Fu questo un momento storico molto turbolento, che vide susseguirsi nella terra dei faraoni una serie di principi stranieri, gli Hyksos. Questi "signori di paesi stranieri", come erano stati definiti dagli Egizi, dominarono la terra del Nilo dalla loro sede di Avaris nel Delta e, contrariamente a quanto si credeva fino a poco tempo fa, erano presenti anche nella zona di Tebe (Luxor). Recenti scoperte di sepolture, ai bordi delle terre coltivate sulla riva occidentale del Nilo, hanno inequivocabilmente documentato la presenza di questa etnia tanto odiata dal popolo egizio, che gradualmente cominciò ad organizzarsi per cacciare, non solo dal Sud, ma da tutto il Paese, questi invasori. Mentre gli Hyksos radicavano prepotentemente la loro presenza nel nord del paese, una serie di principi tebani esercitava da tempo il proprio potere su gran parte dell'Egitto meridionale, da Abydos fino ad Assuan. È questo il periodo che viene chiamato della XVII dinastia, in cui si presenta il problema della riconquista del Paese e gli ultimi sovrani stranieri, Apophi e Khamudy, appostati non lontano da Tebe, vengono inseguiti e respinti e, grazie ad una lotta serrata, costretti all'esilio.
L'ultimo dei nove principi tebani di questa dinastia di cui conosciamo i nomi, Seqenenra Tao II, si scontrò in campo aperto con le forze nemiche e cadde in battaglia. Il suo corpo, frettolosamente imbalsamato, è esposto al Museo Egizio del Cairo e mostra sul capo le terribili ferite che gli erano state inferte. Il figlio, Kamose, prese il posto del padre nella lotta contro gli invasori e il racconto ufficiale di questa guerra, che oppose Egizi e Hyksos, è narrato su due stele ritrovate a Karnak e una tavoletta conosciuta sotto il nome di "tavoletta Carnavon". «....mi sono precipitato sulla corrente (del Nilo) con forza per abbattere gli Asiatici..... il mio valoroso esercito davanti a me come un soffio di fuoco...». Il regno di Kamose fu breve, i documenti in nostro possesso non vanno oltre il terzo anno. La sua mummia, finita in polvere al momento della scoperta, portava ancora al braccio in magnifico pugnale d'argento. La cacciata degli Hyksos segnò la fine della XVII dinastia, ma anche la rinascita dell'Egitto faraonico! Infatti, il fratello minore di Kamose, Ahmose-Nebpehtyra, salì al trono divenendo sovrano ancora in giovane età, ma riuscì a consolidare il regno, avanzando ad est fino alla Siria e a sud fino in Nubia. Il lungo regno di Ahmose, di almeno venticinque anni come attestano le fonti, servì a preparare l'ultimo e luminoso periodo della storia egizia che la maggior parte dei lettori conosce perché ricca di quei nomi che non solo i libri di storia, ma anche molti romanzi, hanno immortalato, sia per le gloriose imprese (Thutmosi III, Amenhotep II, Ramses II) che per i favolosi tesori scoperti nelle tombe (Tutankhamon).
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