Cultura e Spettacoli
Domenica 11 Marzo 2012
Com'è profondo il mare
se lo narra Hemingway
Applausi convinti da un pubblico non numeroso, agli attori che hanno messo in scena "L'uomo e il mare" al Sociale. Guarda alcune immagini della regia di Michelangelo Campanale.
Tre uomini in barca per tacere del marlin, il grande pesce, preda dello sfinito Santiago che non riuscirà a portarlo indenne a riva, dilaniato dai pescecani, mentre il giovane Manolo troverà maggior fortuna altrove e un americano di passaggio, Hemingway, racconterà tutta questa vicenda. "Il vecchio e il mare" nell'adattamento di Katia Scarimbolo diretto da Michelangelo Campanale, andato in scena sabato sera in Teatro Sociale, attraversa in tre piani altrettante età.
C'è la giovinezza di Manolo (un cinetico Bruno Soriato) che vive il senso di colpa di avere abbandonato il suo maestro in mezzo al mare dopo quaranta giorni senza prendere un pesce. C'è la vecchiaia di Santiago (Salvatore Marci), vissuta senza perdere la speranza, nel rispetto della sua preda e di una natura beffarda che non gli consentirà di ottenerla fino in fondo, predestinato a un fallimento che non ha il sapore della sconfitta, ma di una birra da condividere con il ragazzo diventato uomo. In mezzo c'è il vigore di Hemingway (uno straordinario ed estroso Robert Lee McNeer), qui non solo autore né muto testimone, ma coprotagonista di questa impresa di mare, ove trasfonde il suo amore per il baseball e quello per la vita. Una messa in scena che supera il semplice adattamento del testo letterario per interpretarlo come materia grezza, viva, su cui costruire, grazie a sapienti e complesse scenografie mobili (che impegnano non meno di tre tecnici fuori scena, tanti quanti gli attori), un quadro sospeso in un limbo temporale dove si entra ed esce dalle pagine del romanzo senza soluzione di continuità.
Una rappresentazione breve e intensa che ha strappato applausi al pubblico, purtroppo non eccessivamente numeroso (piena la platea, sporadiche presenze nei palchi) per una pièce che domanda molto all'attenzione dello spettatore e che è, quindi, bello sapere sia stata congegnata per le scuole senza preoccuparsi di semplificare, ma, anzi, stratificando i piani narrativi con mano felice.
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