Cultura e Spettacoli
Giovedì 05 Aprile 2012
Il film su Brueghel
a Como in maggio
"I colori della Passione", capolavoro del polacco Majhewski è una delle pellicole più attese della Settimana santa: a Milano è appena uscito. Nel ruolo di Pieter Brueghel l'attore Rutger Hauer. Guarda il trailer.
Capisaldi della programmazione, i festivi di Pasqua - con quelli dei morti, a novembre, e di Natale - quando il consumo di cinema era monopolio della sala costituivano un termometro della stagione.
Poi hanno smesso di costituire un appuntamento di rilievo, segnato da titoli di richiamo che vi venivano espressamente riservati. Così come la sospensione degli spettacoli il Venerdì Santo è una pratica oggi osservata solo nel circuito di sale "confessionali", i "festivi di Pasqua" sono andati diluendosi nel cartellone cinematografico, senza troppa attenzione a proposte che potrebbero sollecitare una riflessione anche alla luce del grande schermo. Basta scorrere le proposte di questa Pasqua.
Film di dichiarato impegno sono da cercare e bastano le dita di una mano per contarli. Però c'è la potente messinscena di "Cesare non deve morire", veri carcerati dietro le vere sbarre di Rebibbia, eppure non è il documentario di una drammatizzazione, dei fratelli Taviani.
E c'è il dichiarato impegno civile di "Romanzo di una strage": il film di Marco Tullio Giordana proietta l'oscurità delle ombre della strage di piazza Fontana (1969) a Milano sulle vicende della politica e della Repubblica, per cui la produzione italiana non rimane esclusa da un programma pasquale di cinema non d'evasione dove si può collocare, con l'integrazione della felice attualità di recenti eventi, "The Lady". La cinebiografia della leader birmana Aung San Suu Kyi, diretta dal francese Luc Besson, come il film di Giordana è una lezione di storia che si direbbe romanzata, se non fosse autentica. Poi occorre scorrere con pazienza i programmi per trovare "A simple life" della regista cinese di Hong Kong Ann Hui: racconta con approccio realistico ed essenza poetica la verità del vivere e della vecchiaia, il vuoto insostituibile lasciato da una persona cara. Ma c'è da riflettere anche davanti a "E ora parliamo di Kevin", come fa Tilda Swinton che nel film di Lynne Ramsay trasmette la sensazione di soffocamento del suo personaggio di madre trafitta dopo che il figlio sedicenne si alza, una mattina, non ancora sedicenne, e compie un massacro.
Però il film, quanto mai d'autore, di Pasqua è "I colori della Passione" del polacco Lech Majewski: non s'ispira alla Salita al Calvario di Pieter Bruegel, la ripercorre dall'interno del gran quadro nel quale ci trasporta.
Bisogna recarsi a Milano (cinema Palestrina, per la cronaca) o "I colori della Passione" si vedrà anche in riva al Lario (cogliendo anche la straordinaria occasione della mostra bruegheliana allestita a Villa Olmo)?
Si vedrà: il film nel quale Lech Majewski compie un esperimento grandioso di cinema nella pittura è nei programmi del cinema Astra di Como, dove sarà incastonato, in maggio, in una rassegna tematica, ma dovrebbe potersi avvalere della fertile simbiosi con l'esposizione in corso per protrarre la presenza sullo schermo cittadino di un enorme arazzo digitale in cui, grazie ai prodigi della computer grafica, i 500 personaggi del quadro vivono di vita propria.
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