Cultura e Spettacoli
Lunedì 16 Aprile 2012
Benigni show da Fazio
nel mirino Bossi & family
Incontenibile l'ironia dell'attore e regista, ospite di "Che tempo che fa": ha invitato il Senatur a lasciare l'Italia per fondare, insieme, un sindacato in Tanzania. Le "fatture" del figlio Renzo e della moglie Manuela? "Magia nera".
«Camicie verdi, lauree in bianco e conti in rosso: è il tricolore dei leghisti». Con il Carroccio nel mirino, nuovo bersaglio comico dopo Berlusconi, grande ritorno di Roberto Benigni, ieri sera, a "Che tempo che fa" ospite di Fabio Fazio a Raitre. A sei anni di distanza dalla sua prima partecipazione allo show e a quattro mesi dall'ultima comparsata tv da Fiorello, l'attore, regista, autore e Premio Oscar è stato il mattatore del programma, in occasione dell'uscita di "To Rome with love", il nuovo film di Woody Allen in cui recita con la fascinosa Penelope Cruz. Agitandosi sulla sedia, saltellando, com'è suo stile, Benigni ha inanellato una serie di spassose battute prendendo spunto dalla tempesta politico-giudiziaria in cui è invischiato il Carroccio.
«Dove è Umberto? - s'è domandato - Andiamo in Tanzania io e te, si fonda "Tanzania libera", il sindacato tanzano il Sinta, con l'ampolla dell'acqua del Nilo, ci dividiamo da quei terroni del Kenia». Non poteva mancare un riferimento al figlio del leader della Lega, Renzo, dimessosi nei giorni scorsi da consigliere regionale della Lombardia dopo essere stato ripreso in un video, mentre prendeva banconote - frutto dei rimborsi elettorali al partito - dal suo autista.
«Umberto ci portiamo Renzo, guida lui la macchina - ha scherzato Benigni - ci facciamo un film on the road. Ci abbiamo l'autista, ci abbiamo un bancomat, ma lui non conosceva il pin». È la prima volta che sulla Rai le questioni della "family Bossi" diventano materia di comicità. Era dai tempi dell'uscita di scena di Silvio Berlusconi che la satira avvertiva una certa stanchezza, come dimostra il calo di ascolti generalizzato di trasmissioni come "The show must go off" di Serena Dandini o come "Uno due tre stella" di Sabina Guzzanti. Scherzando con Fazio, Benigni ha ammesso di avere un po' di nostalgia di Silvio. «Berlusconi mi manca, ma ogni risposta a questa domanda è un tranello - ha risposto alla provocazione del conduttore -. Se dici "No, non mi manca", sembra brutto verso lui. Se dici "Sì, mi manca" sembra brutto verso di noi».
Benigni ha paragonato i fatti di cronaca a un fumetto, enfatizzando l'irrealtà di quanto è avvenuto. «Libri di magia nera? La notizia è già che a casa di Bossi c'erano dei libri. Già è una cosa bellissima, poi un doblone, poi dei libri di magia nera. I libri di magia nera mi hanno fatto un po' impressione. C'è stato un fraintendimento lì. Siccome la moglie di Bossi faceva tutti questi investimenti, tutti le ripetevano: "Signora ci vuole la fattura"...». Spietato con la "family", Benigni s'è mostrato solidale con il popolo del Carroccio. «Ma guarda la Lega. Adesso vive un momento difficile - ha detto prima di dichiarare la sua fede nell'Unità d'Italia - Mando un saluto alla base leghista che è di grandi lavoratori, operai, imprenditori che sapranno riprendersi. Sapranno coltivare il federalismo e abbandonare quell'altra cosa che è terribile e crea soltanto disgrazie, violenze e secessioni». Dopo essersi detto disponibile a lavorare anche «gratis» a una nuova serie di "Vengo via con te" («come si fa a cancellare una trasmissione con 13 milioni di spettatori»), ha parlato anche del ruolo nel film di Allen, in cui interpreta Leopoldo, un tranquillo impiegato scambiato per un celebre attore.
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