Cultura e Spettacoli
Sabato 21 Aprile 2012
Manzoni e le parodie
Un romanzo infinito
Perché gli Oblivion hanno, da oltre un anno, tanto successo su Youtube? In occasione dell'uscita del cofanetto contenente la versione dei "Promessi Sposi" ridotti a 10 minuti, a Milano si è discusso dell'attualità del capolavoro della letteratura italiana.
«Quel ramo del lago di Como…»: l'incipit dei "Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni risuona a chiare lettere anche nella nuova era dei multimedia. L'ultima frontiera è rappresentata da internet e dai dvd: non a caso, spopola su Youtube la parodia "I Promessi Sposi in 10 minuti", creata dalla compagnia teatrale Oblivion, ora nel cofanetto "I Promessi Esplosi, il libro che fa definitivamente brillare il capolavoro manzoniano". Il romanzo storico per eccellenza, dunque, dopo la versione lirica "di nicchia" firmata da Amilcare Ponchielli, le numerose parodie video, fumettistiche e gli adattamenti in tv finisce prepotentemente nella rete. Il percorso non è certo casuale, ma frutto di molteplici fattori e delle intuizioni dello stesso Manzoni.
«I Promessi Sposi ono ancora un'opera godibile e rivendicano il ruolo di primo romanzo post-moderno della letteratura italiana - ha commentato Patrizia Landi, docente di letteratura dello Iulm di Milano in un incontro dedicato alla fortuna del capolavoro manzoniano - Quando Manzoni cominciò a scriverlo, nel 1821, nel nostro Paese non esistevano il romanzo storico e il romanzo in generale. L'autore, dunque, si conferma un pioniere assoluto». Per comprendere però a fondo come l'opera più nota dell'Ottocento sia arrivata - riletta in chiave moderna - su Youtube, con Renzo e Lucia che addirittura si mandano sms, occorre considerare il ruolo che "I Promessi Sposi" hanno rivestito nell'unire culturalmente l'Italia. Merito in primis di quella lingua «sciacquata nell'Arno», ma anche degli sceneggiati televisivi, che hanno attraversato stagioni diverse della storia sociale italiana: il primo, di ben otto puntate, è andato in onda negli anni Sessanta, con Nino Castelnuovo e Paola Pitagora nei panni di Renzo e Lucia, il secondo, di cinque puntate, è stato trasmesso alla fine degli anni Ottanta, con Danny Quinn, Delphine Forest e Alberto Sordi nella tonaca di Don Abbondio, il terzo, di due puntate, è stato confezionato nel 2004 da Francesca Archibugi, con Stefano Dionisi e Michela Macalli.
«Il passaggio tra i tre film è evidente - ha sottolineato Irene Piazzoni, docente di storia contemporanea alla Statale di Milano -: si va dalla lentezza epica, quasi solenne, del primo sceneggiato, talmente fedele all'opera da inserire una voce fuori campo, al ritmo più veloce di quelli del 1989 e del 2004, che appaiono più che altro come riletture ispirate al romanzo e, per questo, sono state aspramente criticate dai puristi». Non si può, infine, scovare il senso dell' ultima rilettura parodistica degli Oblivion senza ricordare le varie letture ironiche dei "Promessi Sposi" dall'Ottocento a oggi: dalla prima scritta da Cletto Arrighi nel 1895, a quelle radiofoniche e televisive del Novecento, firmate da artisti importati quali il Quartetto Cetra e il trio comico Lopez-Solenghi-Marchesini. Mentre su youtube "I Promessi Sposi" rivivono in dieci minuti, il romanzo e il suo autore hanno un ruolo preminente nella grande mostra "Immaginare e costruire la nazione: Manzoni da Napoleone a Garibaldi", allestita recentemente dalla Biblioteca Braidense di Milano.
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