Van De Sfroos al Sociale
Tre ore per celebrarlo

Magico concerto comasco del cantautore di Mezzegra, lirico e insieme appassionante, con musicisti di prim'ordine. Guarda la fotogallery di Carlo Pozzoni.

di Alessio Brunialti

Teatro doveva essere e di teatro si è trattato: Davide Van De Sfroos ha portato il suo spettacolo al Sociale in un torrido sabato sera sold out, per uno show che ha superato le tre ore.
<+tondo>Non è stato lui, però, a strappare i primi applausi: l'apertura è stata affidata a Roberta Carrieri («quella nuova»), nei panni della segretataria della band con velleità artistiche, ripresa da Davide Brambilla (tromba, fisarmonica e tastiere), Angapiemage Galiano Persico (violino), Maurizio "Gnola" Glielmo (chitarre), Paolo Legramandi (basso) e Marcello Schena (batteria), in questo caso non solo comprimari, ma protagonisti di uno sketch scanzonato che ha dettato l'atmosfera della serata prima di "Akuaduulza". Bernasconi in piena forma - tre ore son sempre tre ore, nemmeno Springsteen ce la fa più - non si è limitato a cantare brani estratti dal suo "Best of", ma ha anche improvvisato, letto liriche inedite accompagnandosi sulle corde della chitarra come un aedo laghée con una lira moderna. Scaletta generosissima e giocata sul filo della memoria recente e lontana: di quest'anno è "Grande mistero", regalata a Irene Fornaciari per l'ultimo Sanremo, dell'anno passato le canzoni di "Yanez" (questa accolta sempre come un inno) con "La machina del ziu Toni" che si conferma la più amata mentre "Dove non basta il mare" getta un ponte verso dialetti e lingue diverse. Era un po' che "Sugamara" non faceva capolino, così come "La nocc" e "Trenu trenu" mentre "Pulenta e galena fregia" non può mancare, così come "La ballata del Cimino", nei bis, assieme a "La curiera". Durante "Il figlio di Guglielmo Tell" la memoria corre davvero: si torna indietro al primissimo concerto di Van De Sfroos al Sociale, quando c'erano solo lui, quel pugno di brani e chi già ci credeva. Siamo ancora tutti qui, ne ha fatta di strada e tanta ancora è da fare mentre le tre ore finiscono e il pubblico, caloroso in tutti i sensi, si avvia felice al ritorno.

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