Cultura e Spettacoli
Lunedì 30 Aprile 2012
Commuove "Leafie"
Cartoon che vive
Bella sorpresa, al cinema, le avventure della gallina raccontate dal regista Oh Seongyun. Guarda il trailer.
La distribuzione risponde agli stimoli del botteghino e si spiega così l'approdo sugli schermi italiani di "Leafie": in patria ha avuto cinque milioni di spettatori, altrimenti ben difficilmente avremmo visto un lungometraggio d'animazione che batte bandiera della Corea del Sud.
E' una scoperta di cui essere debitori al box office, perché tra i "cartoni animali" una siffatta gallina - tale è Leafie - si discosta dalle congeneri, insofferente com'è dell'allevamento in batteria, ma anche dell'umorismo molto british del per altri versi memorabile "Galline in fuga". Non è (solo) questione di tecnica, perché l'animazione di "Leafie" è relativamente convenzionale nel disegno di personaggi antropomorfi, anche se la tavolozza di Oh Seongyun, alla regia, è doviziosa. Il fatto è che la favola di "Leafie" - la gallina fuggiasca che suo malgrado deve fare realistici conti con la libertà - racconta la lotta per la vita, appena temperata da un viscerale sentimento, poco politicamente corretto, della maternità. Leafie cova un uovo di germano reale, protesta l'affezione contro la diversità, si difende dalla predatrice che aveva reso orfano l'anatroccolo di cui è madre putativa in un film nel quale le lacrime passano dagli occhi dei personaggi a quelli del pubblico ancora prima del compiersi del martirio al quale la gallina si vota. Del resto non si può certo dire che la natura - fondali massimamente suggestivi e particolareggiati, ma anche illustrazioni di splendida stilizzazione, come quella di un sole che si sfrangia in ovale inquietante - si fosse intenerita per l'ottimismo della pennuta fuggiasca.
Il sentimentalismo del cartoon-musical è bandito da un film dove anche l'occasionale umorismo non è disgiunto da una certa quale crudezza. In una cerchia didattica di animali, Leafie è l'eroina del sacrificio, aderente allo spirito delle favole classiche, diversamente dall'animazione buffonesca, ancorché egregiamente, di sempre più largo consumo. <+firma_coda>B. Mar.
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