Cultura e Spettacoli
Giovedì 10 Maggio 2012
Quella mitica estate
dell'Italia mondiale
Al Salone del libro di Torino, uno dei libri più popolari è quello scritto da Paolo Rossi, ex calciatore, campione del Mundial '82, autore di una singolare lettura dell'Italia di trent'anni fa. Guarda l'intervista di Fabio Fazio a "Che tempo che fa".
«Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo!». Le indimenticabili parole gridate dal telecronista Nando Martellini nella notte madrilena dell'11 luglio 1982 sono il simbolo di un anno entrato indelebilmente nella storia e nella cultura nazionalpopolare italiana.
A trent'anni di distanza, il 1982 è infatti rimasto nella memoria come la culla degli “eroi del Mundial”, con la nazionale di calcio che, sconfiggendo nell'ordine Argentina, Brasile e Germania, si laureò campione contro ogni pronostico, incollando al video un'intera nazione che in quei giorni d'estate sembrò ritrovare nel pallone quell'unione sociale che da tempo sembrava essere scomparsa.
Oggi l'indimenticabile impresa sportiva è diventata un libro, arrivato sugli scaffali ieri e firmato da colui che viene universalmente considerato l'“eroe degli eroi” di quell'anno, Paolo Rossi: è proprio lui, insieme alla moglie, la giornalista Federica Cappelletti, a raccontare in "1982: il mio mitico mondiale” (Kowalski/Feltrinelli) aneddoti, emozioni e ricordi di quel periodo. «I quaranta giorni del Mondiale, dal 13 giugno all'11 luglio, mi hanno segnato profondamente – dice l'ex calciatore, oggi commentatore sportivo e tra i protagonisti del Salone del libro di Torino - Quel periodo è stato un ottovolante, come la mia carriera e la mia vita». I ricordi, che comprendono anche le testimonianze di persone comuni che hanno vissuto il trionfo scolpendolo indelebilmente nella memoria, sono dedicati in maniera particolare a chi quei giorni non ha potuto viverli, come la figlia dello stesso autore, che nascerà proprio in queste settimane. «Se chiedi a un italiano cosa ha fatto il giorno x dell'anno y – scrive Rossi nella prefazione – nessuno saprà risponderti con precisione. Ma se gli chiedi dov'era e cosa faceva nei giorni del Mundial di Spagna tutti sapranno raccontarti nei dettagli la loro storia. Ne ho scelte solo alcune, le più curiose, ma so bene che ogni italiano potrebbe mettere un pezzo di se stesso in questo libro». Dalle pagine, dunque, non può non emergere l'orgoglio di una nazione che, in quella notte di Madrid, si è riconosciuta nelle prodezze di un solo sportivo: la carriera di Pablito - così Rossi venne soprannominato dopo il Mondiale - si infiammò infatti con le sei reti realizzate nel torneo, tra cui la tripletta contro il Brasile e il gol nella finale contro la Germania. Nessuno meglio di lui, quindi, può raccontare lo spirito di un anno che forse non cambiò l'Italia, ma che certamente contribuì a trasformare il calcio in quel fenomeno nazionalpopolare che ancora oggi è in grado di incollare al video milioni di telespettatori.
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