Cultura e Spettacoli
Venerdì 25 Maggio 2012
Dostoevskij e la verità
Se ne parla a Como
Giovanna Parravicini, ricercatrice della Fondazione Russia Cristiana e direttore dell'edizione russa della rivista "La Nuova Europa" anticipa a "La Provincia" qualche passaggio della sua relazione, al Collegio Gallio, il 25 maggio, promossa dal Centro Paolo VI:
Che cos'è la verità? La domanda, intramontabile e ineludibile, non teme usure. E sarà al centro di una serata - oggi alle ore 21 al Collegio Gallio di Como - promossa dal Centro Paolo VI a conclusione di un itinerario dedicato a "L'umana avventura: origine e compito".
Un percorso lungo il quale hanno trovato spazio di riflessione quesiti su famiglia, integrazione, diritti umani, temi che danno sostanza e attualità alla sete inestinguibile di verità e alla sua perenne ricerca. A suggerire inedite piste in questa occasione saranno due autori russi, Dostoevskij e Tolstoj, talenti straordinari ed estremamente diversi, accomunati dallo stesso anelito di verità. «Questi scrittori che nella loro diversità rappresentano il simbolo della cultura russa, sembrano lanciare una tagliente provocazione nel nostro modo di pensare, in certo senso sfidano la nostra sensibilità sul tema della ricerca della verità» suggerisce Giovanna Parravicini, ricercatrice della Fondazione Russia Cristiana e direttore dell'edizione russa della rivista "La Nuova Europa" anticipando a "La Provincia" qualche passaggio della sua relazione, una sorta di viaggio guidato dalle suggestioni - attraverso lettere e brani - dei due narratori russi. «L'uomo d'oggi è animato da un tentativo continuo di ricerca, ma resta scettico sull'ipotesi di una una risposta alla sua domanda di verità. Avverte ogni possibilità di risposta come una chiusura, come "verità in tasca" inevitabilmente ideologica» nota la Parravicini introducendo l'aspetto stimolante delle due personalità che testimoniano invece, pur su cammini diversi, una ricerca che parte da un incontro reale, da un'esperienza, e sfocia in una risposta". Di che si tratta? L'approdo è accessibile anche oggi?
«La verità può essere incontrata come esperienza di apertura al mistero che da un lato mostra una presenza, ma dall'altro rimanda continuamente all'oltre» risponde la studiosa che tratteggerà i due itinerari esistenziali che nell'apertura al Trascendente riconoscono un'inequivocabile attrattiva. «Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni, può credere, credere proprio, alla divinità del Figlio di Dio Gesù Cristo?»: a questa celebre domanda lo stesso Dostoevskij, inizialmente segnato dal socialismo utopistico, risponde positivamente attraversando tutto l'inferno della condizione umana.
Mentre Tolstoj, legato ad un cristianesimo formale che va di pari passo con un ateismo pratico, rimarrà sulle soglie di una verità immensamente più grande del sistema ideologico costruito, morendo ottantacinquenne con un'inestinguibile sete di verità. <+firma_coda>Laura d'Incalci
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