Cultura e Spettacoli
Giovedì 31 Maggio 2012
Come ridurre la spazzatura
Lezioni di etica domestica
Roberto Cavallo, autore del libro "Meno 100 kg. Ricette per la dieta della nostra pattumiera" (Edizioni Ambiente, 14 euro), sarà il 31 maggio a Como, alla libreria Feltrinelli, alle ore 18.
«La città di Leonia rifà se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche, si lava con saponette appena sgusciate dall'involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi. Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti della Leonia d'ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Più che dalla cose che ogni giorno vengono fabbricate vendute comprate, l'opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove.
Tanto che ci si chiede se la vera passione di Leonia sia davvero come dicono il godere delle cose nuove e diverse, o non piuttosto l'espellere, allontanare da sé, il mondarsi d'una ricorrente impurità».
Nel 1972 Italo Calvino descriveva così Leonia, una delle sue "Città Invisibili". Allora ogni italiano produceva in media 250 kg di rifiuti all'anno; nel 1995 abbiamo raggiunto quota 450 kg; oggi superiamo ampiamente i 550 kg, più di 10 kg a settimana. La produzione di rifiuti non accenna a diminuire, eppure da anni è usuale parlare di raccolta differenziata e di sistemi di smaltimento dei rifiuti.
Calvino ci aveva visto lungo, e le nostre spazzature si ingrossano sempre di più generando grandi problemi di gestione e forti impatti ambientali: se produciamo mezza tonnellata di rifiuti, in qualunque modo venga gestita ne ritroverò sempre mezza tonnellata, vuoi in discarica vuoi, magari trasformata da un inceneritore, in atmosfera, nelle acque, nel suolo. Per di più i rifiuti sono cresciuti non solo in quantità ma anche in diversità e qualità, rendendone sempre più difficile lo smaltimento.
Più che pensare come gestire i rifiuti che produciamo è allora forse necessario un cambio di paradigma: non come trattare i rifiuti prodotti ma come non produrli. E lo si può fare tramite due strade, agire sul modello economico di consumo a monte che ci porta a "dover" comprare e quindi produrre rifiuti ma anche agire sulle scelte d'acquisto e sull'utilizzo e il delle cose. È quanto spiega Roberto Cavallo, professore e consulente di amministrazioni locali e internazionali sulla gestione dei rifiuti, nel suo saggio "Meno 100 chili" dove illustra come sia possibile ridurre notevolmente la quantità di spazzatura senza dover rinunciare allo stile di vita a cui siamo abituati.
La prima domanda da farsi è: cosa c'è nella nostra pattumiera? Ed è l'interrogativo che dovrebbero porsi anche tutti gli amministratori che si trovano a progettare un sistema di raccolta differenziata dei rifiuti per capire davvero come farlo. Se un "rifiutologo" guardasse nella spazzatura degli italiani troverebbe e riuscirebbe a differenziare in media: scarti di cucina e giardino (30% circa), carta e cartone (25%), plastiche (15%), vetro (8%), legno (5%), tessuti (3%), metalli come ferro e alluminio (3%). Non riuscirebbe a distinguere solo il 10 % di ciò che buttiamo, l'unica parte che oggi non è riciclabile.
Dunque i rifiuti sono aumentati e la maggior parte di essi non dovrebbe nemmeno essere in spazzatura ma avviata a riciclo e il loro impatto sull'ambiente è notevole: come si può mettere a dieta la pattumiera? Cavallo ci illustra come con pochi semplici accorgimenti è possibile eliminarne almeno 100 chili all'anno, identificando 5 flussi principali di scarti: rifiuti biodegradabili, carta, imballaggi, rifiuti ingombranti, materiali usa e getta.
<+titolino>Utopia? No, razionalità
<+tondo><+togli_rientro>Moltissime sono le proposte concrete di azione per ridurre il peso della spazzatura (vedi box a corredo di questo articolo, ndr) con cui l'autore va oltre l'obiettivo dichiarato arrivando a togliere dalla spazzatura più di 230 kg di materiali ancora prima di incominciare a fare la raccolta differenziata. Un risultato non utopico, le molte esperienze già esistenti descritte nel libro lo dimostrano.
Come dice Cavallo, il problema della crescita dei rifiuti è profondo: sta in un sistema economico che non ha capito che i rifiuti sono un chiaro segno di inefficienza, proprio come un motore che scalda troppo, un'auto che beve troppo. E allora quando acquistiamo qualcosa o quando dobbiamo disfarci di qualcosa ricordiamoci delle "4R" suggerite anche a livello europeo: prima di comprare o buttare qualcosa chiediamoci se ciò che abbiamo in mano può essere ridotto, riutilizzato, riciclato, recuperato.
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