Cultura e Spettacoli
Lunedì 13 Agosto 2012
Gazzé e Toscanini
Ma convince a metà
Grande orchestra sinfonica per il concerto del cantautore, sabato sera a Villa Erba: oltre duemila persone lo hanno applaudito. Le sue prove migliori? Quando ha interpretato alcune sue canzoni. Guarda il video e la fotogallery, di Carlo Pozzoni.
Stessa location, il padiglione centrale di Villa Erba, stesso ambito di un "Festival città di Cernobbio" sempre più affollato (circa duemila persone sabato sera), perfino due brani in comune nel repertorio. Nel caso dell'artista romano, però, la scaletta contava anche su arrangiamenti di Silvia Catasta di successi del cantautore mentre Elio ha evitato ogni riferimento musicale alle sue Storie Tese.
E a uscirne meglio sono le canzoni di Gazzé, rese quasi epiche da orchestrazioni rigogliose come quella di "Una musica può fare" che sarebbe certo piaciuta ai compositori hollywoodiani Tiompkin o Bernstein. Al "Cinemascope" di quel pezzo si contrappongono raffinate partiture studiate per "L'origine del mondo", "La favola di Adamo ed Eva", "Cara Valentina", "La cosa più importante" e "Mentre dormi". Poi c'è una parte classica in cui è Gazzé quello "fuori territorio". Elio, a tratti, sfodera un timbro baritonale, Max non ci prova neppure: la "Mattinata" di Leoncavallo e "Non piangere Liù" di Puccini ricordano, curiosamente, certi esperimenti orchestrali di Battiato. Meno riuscite proprio le due romanze che erano state cantate anche da Elio una settimana fa: "La calunnia è un venticello" (Rossini) e "Non più andrai farfallone amoroso" (Mozart) a fil di voce strappano qualche ironico sorriso e, a proposito di Toscanini, ricordano quelle prove in cui il grande maestro si produceva come cantante sui generis a uso dell'orchestra.
Meglio, molto meglio la poco conosciuta ma bellissima "Je crois entendre encore" dai "Pescatori di perle" di Bizet. In conclusione un ibrido più riuscito quando è Gazzé, autore, a essere affrontato da Max, cantante, in questa veste orchestrale. Viceversa si tratta, evidentemente, anche di togliersi una soddisfazione personale, puntando sull'interpretazione e scordandosi le leggi del belcanto. Il pubblico, peraltro, ha gradito e salutato con ripetuti, calorosissimi applausi.
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