Il "romanzo" di Cristina
da ragazzina a vamp

Da Parè un reportage con notizie inedite sul fenomeno mediatico della tv italiana, concorrente pin-up del "Grande Fratello"

v.fisogni

Nove milioni di persone, sintonizzate su Canale 5 per seguire il "Grande Fratello" non si possono ignorare, né considerarla solo espressione di una deriva culturale di cui non si vede il fondo. Per descrivere il successo di questo reality si scomodano fior d’intellettuali, si aprono spazi di discussione animata che gira intorno al nulla ma ipnotizza come un mantra, e i vari colpi di scena, con padri che ritornano e madri che giustificano l’ingiustificabile, inchiodano anche il telespettatore più restio a tuffarsi nella melma del privato esibito. In questo panorama sorge spontanea la domanda: Cristina dov’è? Che fa? La comasca piange senza controllo davanti all’uscita dell’unica interlocutrice a lei gradita: Daniela, la pasionaria dell’Alitalia di cui riconosce il coraggio e la coerenza. Cristina si defila, davanti alle urla isteriche di Federica retrocede fino a sparire nella camera, dove lo specchio le ricorda chi è, facendole tornare il sorriso, perché non bastano le chiacchierate demenziali con il surfista allupato, né aiutano i giochetti vedo-non vedo del suo pesante decolleté, tanto finora nessun ometto della casa l’ha messa sul podio, e allora resta lo specchio delle sue brame a confermare quanto siano stati spesi bene quei soldi guadagnati esibendosi sui tavoli del night club «Star Dance». Sul discusso intervento al seno, si è espresso pure il chirurgo Maurizio Vignoli, uno dei massimi esperti in chirurgia estetica dichiarando che «se una paziente viene nel mio studio per passare dalla quarta alla sesta, per prima cosa la mando dallo psicologo» senza appello. Siamo tornati a Parè, nel paese dove è cresciuta per ripercorrere la strada che dall’asilo l’ha portata nella casa più spiata d’Italia. Prima telefonata alla madre, che ha la stessa voce della figlia: «Mi spiace ma non posso parlare con i giornalisti senza avere il consenso del "Grande Fratello"» precisa subito, lasciando trapelare uno stato ansioso pronto a dilagare. «Guardi che noi non seguiamo più la televisione né leggiamo i giornali, può ben immaginare… la mia Cristina è una ragazza sensibile e intelligente, ne uscirà benissimo, ma noi… lasci stare». Disposta a raccontare le fasi che hanno trasformato una bimba affettuosa e riservata nella maggiorata preferita dal web è Jessica Sommaruga, una bella ragazza di ventuno anni che con Cristina ha condiviso gli anni di asilo, elementari e medie: «Eravamo sempre insieme - racconta - pomeriggi interi a casa sua per studiare o giocare con le bambole, anche se il suo gioco preferito era fare collane di perline o braccialetti, aveva un gusto particolare per l’assembramento dei colori, E poi eravamo golosissime, pensi che la sua mamma ci lasciava le brioches come merenda e noi le riempivamo di cioccolata o crema fino alla nausea. Cristina era sempre disponibile e generosa, non aveva problemi a lasciarti usare i suoi giochi e ci divertivamo con poco, ricordo che nella sua camera teneva in gabbia criceti che adorava ma l’aria diventava irrespirabile… a scuola era nella media, brava in italiano e storia ma anche quando sembrava distratta poi si riprendeva e la sufficienza era garantita». E il tempo libero dopo la scuola? «Da adolescenti ci si ritrovava nella piazza con i motorini rombanti, lei aveva la bicicletta ma saliva in moto con me, solite cose, gli unici voli concessi quelli della fantasia… Siamo state in montagna con il gruppo dell’oratorio e lei non si lamentava mai di niente però prestava molta attenzione alla sua immagine, truccandosi anche per andare a camminare in montagna… c’è stato un periodo che era pazza per Raf, riusciva ad ascoltare "L’infinito" per ore e ore fino alla nausea, era il periodo dei primi filarini e lei cominciava a esibire le sue forme ma senza il compiacimento che mostra adesso, difficile capire chi gli piaceva davvero perché si stufava subito e diventava triste… Il cambiamento di personalità è avvenuto quando si è iscritta al liceo ed io alle magistrali, ci si trovava sul bus ma già dai primi mesi qualcosa si era inceppato, lei sempre più appariscente, quasi esibizionista, sembrava cercare solo gli sguardi maschili… Poi ci siamo perse di vista. Incontrarla in paese era diventato imbarazzante, non la riconoscevo e questo mi faceva stare male, la bambina con cui ero cresciuta non c’era più».
Marialuisa Righi

Cultura e Spettacoli

Sabato 07 Febbraio 2009

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