Cultura e Spettacoli
Sabato 14 Febbraio 2009
L'ultimo "saggio" di Nella,
un'infanzia tra le righe
Ritrovati i quaderni di un'undicenne di Erba morta nel '44
Quadretti di vita quotidiana e sogni infranti dai bombardamenti
In questo mese tutti i fedeli pregano la Madonna perché dia al mondo la pace da tutti desiderata e liberi l’Italia e il mondo dalla rovina», con queste parole la scolara Nella Ronchetti, quinta classe elementare femminile delle scuole governative di Erba, via Majnoni, terminava l’ultimo tema dell’anno scolastico. Era la primavera del ’44: nel pieno della guerra. La fine del tremendo conflitto, la pace chiesta alla Madonna sarebbero arrivate alla fine dell’anno scolastico seguente. La brava e diligente alunna Ronchetti, sempre assai interessata a tutto quanto aveva intorno, però non è riuscita ad assaporare, i momenti belli della pace finalmente riconquistata.
Nella Ronchetti di Erba fu una delle quasi novanta vittime del primo dei due tremendi bombardamenti che si abbatterono su Incino di Erba, il 30 settembre 1944 e il giorno dopo. Era tra le vigne di un campo della sua famiglia di contadini. Erano in tanti quel pomeriggio, limpido, azzurro e caldo, tra i filari delle viti vicino alla torre di Sant’Eufemia a celebrare la festa della vendemmia. Una bomba esplose a poca distanza dalla famiglia Ronchetti. Le schegge uccisero subito Nella. La sorella Maria, più piccola, fu gravemente ferita. La salvarono al Fatebenefratelli. Aveva 11 anni, Nella. Dopo una settimana avrebbe dovuto riprendere ad andare scuola. Era iscritta alla prima dell’avviamento commerciale. Sono trascorsi tanti anni da quei tragici giorni, ma la famiglia ha conservato molti ricordi di Nella. La sorella scampata miracolosamente alle bombe americane, ha ritrovato le sue pagelle, tutte con giudizi e voti buoni, e alcuni quaderni: in particolare quello dell’ultimo suo anno, la quinta elementare con la maestra Antonia Giacchero Verani, che in molti ancora oggi a Erba ricordano.
È bello ed emoziona leggere cosa racconta nei suoi componimenti (I "saggi") Nella Ronchetti che guarda con occhi attenti e pieni di interessi le scoperte che la maestra fa fare alle sue scolare nelle varie escursioni didattiche in giro per Erba. Nella ci parla della stazione ferroviaria, del cimitero, della casa degli anziani, della sua famiglia. Quando parla del papà dice che «il babbo fa il contadino e perciò, la mattina si alza presto, deve sopportare molte fatiche». E la mamma? «Essa ci vuole molto bene, ma qualche volta è molto pensierosa, perché abbiamo un cugino che da un anno non scrive dalla Russia». La tragedia della guerra, le privazioni, gli orrori e i disagi affiorano qualche volta nei "saggi" di Nella che si rivela una attenta osservatrice. Quando il tema ha un titolo inevitabile nella scuola, come <Il Natale>, Nella dice subito che «È arrivato il quarto Natale di guerra. Oh! Natale triste per madri coi figli dispersi, per spose che ànno il marito lontano, per i figli senza padre, oh! Che tristezza (…) Per i bimbi piccoli è stato triste, per i pochi doni, mentre per gli altri era un grande dono se Gesù portava loro il dono della pace». L’insegnante ci ha dato dentro con le sottolineature in rosso ma con un pensiero così profondo non poteva che assegnare un bel "bene". Nella però è anche solare, attenta e disincanta, al tempo stesso, come quando nel saggio <Passeggiata fra i campi> ci "conta su" dei contadini: «La giornata è molto bella, il sole risplende mandando i suoi raggi tiepidi ed il vento non soffia come negli altri giorni. Il cielo è di un azzurro cupo che si rispecchia nel lago di Alserio. (…) vedo che alcuni contadini puliscono il grano, altri vangano, altri arano, altri ancora concimavano. Alcuni contadinelli lavoravano con i loro padri, i contadini fanno lavorare presto i loro figli perché crescano sani e forti. Abbiamo visto carretti tirati da asinelli che portano letame e concime. Lungo le prode e i cigli vi erano molte viole e margherite che profumavano l’aria con il loro profumo. Che bello vedere le collinette colle piante tutte in fiore! Sui muri vi erano lucertole a scaldarsi ai raggi del sole e al nostro passaggio scappavano nel primo buco che incontravano. (…) Le piante ricche di boccioli in fiore, i prati verdi con viole e margherite, il lago azzurro ci dicono che siamo in primavera». Queste impressioni timide che salgono dal mondo agreste ancora si possono cogliere, con qualche difficoltà e nonostante le invasioni del cemento, vagabondando tra le periferie del Pian d’Erba. E di certo se Nella Ronchetti fosse qui ancora ne godrebbe come quando era in quinta elementare. La bambina morta nel bombardamento di Erba certo non sapeva nemmeno chi fosse Carlo Emilio Gadda, però, chissà per quale capriccio della musa letteraria, anche lei come "l’Ingegnere" descrive, nel componimento sulla visita alla stazione di Erba, il piccolo monumento accanto ai binari eretto per celebrare l’arrivo del treno a Erba, il 31 dicembre 1879, come Nella indica puntualmente. Lei lo fa con l’ingenuo candore di una bambina. Gadda, nei suoi racconti in Brianza ci mette una sacco di sarcasmo e ironia.
Purtroppo il monumento a dispetto della Nella e del Gadda è lì, alla stazione, sempre più dimenticato e oltraggiato. In un componimento, questo in un altro quaderno quello "di brutta", Nella racconta anche delle sue compagne di scuola. Una è la Anna che abita ancora in piazza del mercato che si ricorda con commozione di quando la Nella e lei erano bambine e andava a scuola assieme. I quaderni della scolara Ronchetti sono, a loro modo, anche una cronaca semplice, serena, per certi versi anche precisa e circostanziata di come era Erba negli anni della guerra: una testimonianza importante soprattutto perché è di una bambina che se n’è andata via subito dopo avercela trasmessa.
Emilio Magni
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