Cultura e Spettacoli
Giovedì 19 Febbraio 2009
Eugenio Monti Colla: <Straordinario
ritorno alla tradizione>
Comincia così, con un andare a ritroso lungo le strade polverose della antica Lombardia, la chiacchierata con Eugenio Monti Colla, direttore artistico della blasonata e antica compagnia di Grandi spettacoli marionettistici, Carlo Colla & Figli. Con lui parliamo dell’evoluzione del teatro di figura nella nostra Lombardia.
Signor Colla, quindi la Lombardia già più di un secolo fa era un territorio ricco di compagnie esperte nell’arte della marionetta e del burattino?
Sì, ed erano compagnie girovaghe che venivano da Milano ma anche dal Bergamasco e dal Varesotto, tanto per citare alcune aree, spingendosi poi soprattutto nei territori più lontani, nelle campagne e nelle cittadine isolate. Proprio la presenza capillare sul territorio, lungo tutto il corso dell’anno, rendeva prezioso il loro cammino.
Perché?
Trascuriamo per un momento il fatto che, attraverso queste compagnie, la cultura ufficiale veniva “travasata” con un vero e proprio processo di mediazione culturale, al popolo di villaggi e campagne. Questa pur fondamentale funzione, si affianca ad un ruolo sociale. I marionettisti e i burattinai portavano con sé le notizie, là dove non arrivavano i giornali, segnavano, con la loro presenza, le scadenze e i momenti forti dell’anno, secondo il ciclo liturgico e quello agricolo, raccontavano, attraverso gli spettacoli rappresentati dalle maschere tipiche, episodi della storia locale. Mescolavano la cultura dei contastorie con quella più alta. In più non dimentichiamo la funzione di aggreganti nelle comunità.
Quali i burattini e le marionette tipici in Lombardia?
Mi vengono in mente le figure di Gerolamo e di Facanapa, ma anche il furfante Brighella e il simpatico Presuttino, mentre meno utilizzato era Arlecchino.
E cosa pensa oggi, del fenomeno che ha visto, soprattutto nel territorio comasco, la nascita di nuovi burattini come Truciolo di Ivano Rota o Tavà di Dario Tognocchi?
Un fenomeno straordinario che rivela grande intelligenza e la voglia di ravvivare, senza snaturarla, una ricca e antica tradizione. Ho conosciuto Rota e trovo che abbia compiuto un’operazione di grandissimo interesse
Sara Cerrato
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