Cultura e Spettacoli
Mercoledì 25 Febbraio 2009
Maria José, una storia
nel segno della seta
La "regina di maggio" protagonista dell'ultimo incontro "Ritratti di signora" alla Fondazione Ratti. La nobile Savoia vestì abiti realizzati con stoffe comasche, a partire da quello delle nozze, nel 1930
Si chiude con Maria José del Belgio il ciclo "Ritratti di Signore", organizzato dal Museo Studio del tessuto della Fondazione Antonio Ratti. La scelta di questo personaggio prende spunto dalla recente collaborazione del museo con Maria Gabriella di Savoia, presidente della Fondazione Savoia di Ginevra, riguardante la schedatura degli abiti dell’ultima regina d’Italia, esposti recentemente nella Reggia di Venaria Reale. Un lavoro certosino che ha portato alla luce anche un tessuto di Guido Ravasi, mai identificato, e scovato per caso negli archivi del nipote Livio Garzanti. La conferma, oltre ai documenti cartacei, che il geniale imprenditore comasco fornì la stoffa per il manto delle reali nozze con Umberto, svoltesi l’8 gennaio 1930, nella cappella Paolina del Quirinale. Il merito della straordinaria scoperta è di Margherita Rosita e Francina Chiara, rispettivamente direttore e curatore del MuST, chiamate per la loro competenza a organizzare secondo un criterio non solo cronologico, lo straordinario corredo donato dal principe di Piemonte alla futura consorte. Oltre all’abito nuziale, quattro mantelli, in seta laminata con oro e argento, con ricchi motivi decorativi ispirati allo stile rococò e Impero, che richiesero il lavoro di due squadre di ventiquattro ricamatrici per oltre un mese. Veri capolavori d’arte tessile rimasti accuratamente riposti in bauli per circa sessant’anni, e per questa ragione ritrovati in ottime condizioni. Abbinati a levigate immagini in bianco e nero offrono lo spunto per sciogliere un interrogativo scaturito dallo studio di questa preziosa collezione: i tessuti usati per i capi sono tutti italiani, come fece sempre intendere Umberto per non tradire lo spirito autarchico di quegli anni, o anche francesi, come farebbe supporre la tipicità di certi disegni? Sarà questo un buon punto di partenza dell’incontro, che poi aiuterà a conoscere meglio la personalità di Maria Josè, insospettabile anima ribelle dentro un algido involucro. Parola di Serge di Jugoslavia. In una dichiarazione rilasciata l’anno scorso al mensile "Mag" de "La Provincia", l’adorato nipote descrive la nonna come «una donna insofferente all’etichetta di corte, ma così consapevole del proprio ruolo da osservarla con spirito di servizio». Sempre secondo Serge, Sua Altezza Reale non era particolarmente interessata alla moda e, al di fuori dell’ufficialità, amava vestire in modo semplice. Suoi unici vezzi: le sciarpe e le borse. In esilio, fece di tutto per farsi dimenticare… e dimenticare vicende umane e politiche troppo dolorose. Lo spunto dei manti offre, dunque, l’occasione per entrare nelle pieghe più segrete di una personalità venata da uno spirito dissacrante, a dispetto dell’ impeccabile immagine pubblica. L’appuntamento è per il 26 febbraio alle ore 18.30, alla Fondazione Antonio Ratti. Per ragioni di spazio la conferenza sarà limitata a 50 persone, meglio quindi prenotare telefonando al 031/233224.
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