Francobolli dell'Unità d'Italia
Quando le poste erano efficienti

Al Broletto 240 pezzi rarissimi della collezione del bellagino Cesare Bertolaso
Como, con 34 uffici postali, era la provincia meglio servita del Lombardo Veneto

b.faverio

Rapporti umani, ma anche efficienza della pubblica amministrazione. Sullo sfondo della nascita del servizio postale, missive e francobolli lariani all'epoca dell'Unità d'Italia raccontano uno spaccato inedito della società e di un mondo, quello della corrispondenza cartacea, che presto farà parte solo dei libri di storia. Una storia che dal 16 maggio sarà al centro di una mostra al Broletto: la parte principale e più antica della rassegna, intitolata <+G_CORSIVO>La vecchia provincia di Como: storia postale dai primi francobolli all’unità d’Italia<+G_TONDO> è curata dal collezionista bellagino Cesare Bertolaso, artigiano di Bellagio, che ha messo a disposizione 240 rarissimi pezzi della sua collezione. «Le lettere spedite dal primo giugno 1850 al 1863, anno in cui venne sancita l’unità d’Italia, raccontano un pezzo importante della storia della vecchia provincia di Como – spiega Bertolaso –, che all’epoca comprendeva un territorio vastissimo, che andava dal ramo lecchese del Lario, fino al varesotto, passando per la Svizzera, e testimoniano l’ottimo funzionamento delle poste». In particolare, sono significative due lettere, affrancate con tre Kreuzer (la moneta austriaca) e annullate una in città, l’altra a Bellagio: si tratta, infatti, di due missive spedite poco dopo l’emanazione del Decreto 7 maggio 1851, con il quale il Ministero del Commercio vietò nel Lombardo Veneto l’utilizzo dei francobolli con il valore espresso in moneta austriaca. «I contatti tra il nostro territorio e l’Austria erano frequenti – aggiunge Bertolaso - nel periodo della lotta per l’Indipendenza, si sentiva la necessità di introdurre una tassa». Che le poste fossero efficienti, invece, lo dimostra una lettera spedita da Santa Maddalena, in Veneto, e arrivata per errore a Como: immediatamente, in meno di un giorno, la busta venne contrassegnata con il <+G_CORSIVO>Retrodato<+G_TONDO>, che indicava la direzione sbagliata, e spedita alla sua reale destinazione, a Erba. Altrettanto rara è anche una missiva partita da Casatenovo e arrivata puntualmente a Brescia, nonostante non fosse caratterizzata da timbri, ma solamente dall’annullo grafico, firmato dal direttore dell’ufficio postale. «Non è un caso – prosegue Bertolaso - La provincia di Como, infatti, era la parte del Lombardo Veneto con il maggior numero di uffici delle poste, ben 34». La mostra al Broletto sarà aperta sabato 16, domenica 17, sabato 23 e domenica 24 maggio 2009. L’ingresso è libero.

Marco Castelli

Cultura e Spettacoli

Mercoledì 06 Maggio 2009

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