Cultura e Spettacoli
Sabato 09 Maggio 2009
"Ticosa", la città risponde
all'appello per la Como che fu
Il teatro Sociale si riempie di pubblico per lo spettacolo di Giuseppe Di Bello
Dopo un anno di lavoro e di ricostruzione di centodieci anni di storia del complesso industriale comasco, finalmente il regista Giuseppe Di Bello, coadiuvato dal bravo Gianni Musa alle scenografie, Marco Belcastro alle musiche e Andrea Bernasconi alla creazione suono e alla parte tecnica, ha portato in scena l’allestimento prodotto da Teatro Sociale di Como – Aslico e inserito nel progetto Ticosa, una fabbrica, una città, del Comune di Como. Voleva essere un omaggio ad una Como ormai relegata all’album dei ricordi, ma ancora viva nel cuore di moltissimi, che hanno rivissuto i contrasti, i sogni di gloria industriale, i traguardi raggiunti, ma anche l’inarrestabile declino dovuto alla storia e alle politiche industriali mondiali.
A dimostrazione di questa “presenza” nella coscienza critica dei comaschi, la folta partecipazione di pubblico, trasversale e intergenerazionale, che riempiva la platea, molti palchi e parte delle gallerie. Un pubblico che ha saputo cogliere la forza emotiva del racconto, ancora denso di spunti di riflessione. Un pubblico che ha accolto la prova con applausi a scena aperta e al finale.
Toccante il tributo alla signora Ines Figini, operaia della Ticosa nel ’44 e deportata ad Auschwitz per aver protestato contro le prepotenze fasciste. In quell’applauso, meritato e scoppiato quando l’attrice che raccontava la sua storia è scesa in platea per donarle una rosa, si coglie il senso di appartenenza che le vicende legate a Ticosa, suscitano ancora, persino nelle nuove generazioni.
Sara Cerrato
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