Cultura e Spettacoli
Martedì 12 Maggio 2009
Premio Strega, c'è Vitali
nei candidati alla cinquina
Lo scrittore bellanese, collaboratore delle pagine culturali de La Provincia, è ora tra i favoriti al massimo premio letterario italiano, con il suo romanzo "Almeno il cappello" (Garzanti)
Finalmente Andrea Vitali ce l’ha fatta e il Ninfeo di Villa Giulia per il nostro scrittore di Bellano sembra essere davvero vicino. A Benevento è stata scelta ieri la rosa dei dodici candidati che ambiscono ad entrare nella cinquina della sessantreesima edizione del Premio Strega, dalla quale a luglio, uscirà il vincitore del premio 2009. Così anche un autore definito “popolare” perché premiato dai lettori che amano le sue storie di provincia e le sue ambientazioni da commedia all’italiana, dai toni che variano dall’ironico al sarcastico fino al malinconico, riesce a superare questo pregiudizio tipicamente italiano, secondo il quale gli autori che piacciono al pubblico in realtà sono solo scrittori di consumo. E quindi un po’ invisi alle giurie dei premi importanti. La rosa dei dodici libri dello Strega di quest’anno ci dice che c’è un’attenzione diversa anche verso le opere di grande leggibilità o soprattutto al romanzo di genere, come il “giallo”, ignorato in questi anni dai premi letterari, anche se poi la partita della narrativa italiana si è giocata in gran parte proprio su questo fronte. Ritorno al popolare quindi, sia con Andrea Vitali, con il suo Almeno il cappello (Garzanti), presentato da Enzo Golino e Nico Orengo, ma anche con Ugo Barbara con In terra consacrata (Piemme), presentato da Roberto Alajmo e Giovanni Pacchiano, incentrato su uno dei misteri più bui dell'Italia del dopoguerra: la scomparsa di una ragazzina di quindici anni, figlia di un funzionario del Vaticano, Emanuela Orlandi. C’è di conseguenza un ritorno al racconto tout court, alla narrazione pura e alla storia che deve attrarre il lettore, come avviene in un altro romanzo, tra quelli candidati, Come ho perso la guerra (Fandango Libri) di Filippo Bologna, una storia che ruota intorno al progetto di un enorme impianto termale che sconvolge la vita di un paese della provincia toscana. Grande leggibilità e narrazione pura che si ritrova anche nel romanzo di uno dei migliori narratori della nuova generazione, Cristiano Cavina, che gareggia con I frutti dimenticati, altra grande storia di provincia, questa volta ambientata a Casola Valsenio sull’Appennino Romagnolo, vicenda bellissima e commovente di un giovane uomo che nel momento in cui scopre che sta per diventare padre, ritrova il padre che non aveva mai conosciuto. Tanta provincia, ma ci sono anche tanti piccoli editori in concorso. A parte Garzanti (editore di Vitali), Einaudi che pubblica Stabat Mater, il melò-spiritualistico di Tiziano Scarpa e Bompiani con il solito Antonio Scurati con il nuovo Il bambino che sognava la fine del mondo, il premio Strega quest’anno premia la piccola editoria. Accanto ai milanesi Marcos y Marcos, troviamo molti piccoli editori romani, il cui titolo di punta è un romanzo alla Yourcenaur di Linda Ferri, Cecilia, pubblicato dalle edizioni e/o, che ricostruisce la storia della celebre martire cristiana, indagando la sua realtà, la sua anima, le luci e le tenebre della sua conversione e del suo martirio. E ancora troviamo L'istinto del lupo (Newton Compton) di Massimo Lugli, Il tempo materiale (Minimum fax) di Giorgio Vasta e L'ultima estate (Fazi) di Cesarina Vighy, presentato da Dacia Maraini e Margaret Mazzantini. Se la provincia è uno dei temi che ricorrono in questi libri, un confronto interessante per il nostro Andrea Vitali, va segnalata anche la presenza di molti autori nuovi, alcuni dei quali esordienti, come nel caso di Cesarina Vighy o comunque poco noti e in cerca di visibilità per sé e per le proprie storie. Adesso tocca agli “Amici della Domenica” con le loro votazioni per formare la cinquina dei finalisti: continuerà l’effetto novità rappresentato dal caso Paolo Giordano dello scorso anno diventato dal niente, autore di un bestseller l’estate scorsa o si preferirà un nome già consolidato come quello di Andrea Vitali o di Antonio Scurati, già vincitore, ex-aequo con Rodoredo, di un Premio Campiello di qualche anno fa? Naturalmente il lago, tifa per la sua provincia che è diventata racconto. Grazie a Vitali che ormai non ha più confini. Il viaggio verso Roma è davvero iniziato. Buona fortuna.
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