Cultura e Spettacoli
Lunedì 25 Maggio 2009
Quando i pesci volavano
volavano su Lario e Ceresio
Si legge come un romanzo il libro del giovane ricercatore Attilio Selva, pubblicato dall'Amministrazione provinciale e dedicato ai giacimenti fossili dei nostri monti: è in distribuzione gratuita.
Se potessimo fare un salto nel Carbonifero, 310 milioni di anni fa, Como ci apparirebbe più o meno come Sumatra: felci giganti e piante lussureggianti alte decine di metri. Un centinaio di milioni di anni più tardi, eccoci nel Triassico: siamo sempre a Como, in riva a un mare tropicale dove i Saurittis, pesci simili ad naguille, nuotano fra le barriere coralline, mentre sopra le nostre teste sfrecciano curiosi pesci volanti. Molto più tardi, siamo nel Quaternario: e Como, come tutta la Brianza, è coperta da un’immensa coltre di ghiaccio. Questa affascinante storia della nostra Provincia si legge come un romanzo in un libro del giovane ricercatore Attilio Selva, pubblicato dall’Amministrazione provinciale, dal titolo "Alla ricerca dei fossili nei moti e nelle cave del Lario e del Ceresio". Selva, fondatore e curatore della Sala Paleontologica del Museo naturalistico della Valle Sanagra di Grandola, che ospita diversi dei fossili censiti nel volume (www.museovalsanagra.it). Il libro, che è stato presentato il 25 maggio a Como, alla presenza degli assessori provinciali alla Cultura, Mario Colombo, e all’Ecologia, Paolo Mascetti, è in distribuzione gratuita presso la segreteria dell’assessorato all’Ecologia dell’Amministrazione provinciale (prenotazioni allo 031-230367). Il lavoro di Selva rappresenta il primo studio organico dei giacimenti di fossili in provincia di Como, un contesto noto a livello mondiale per l’importanza dei ritrovamenti e la qualità della loro conservazione. «Parlando dei fossili lariani - ha detto Selva - si pone sempre l’accento sul famoso Lariosauro, ma i reperti e i siti degni di nota sono molti di più». Ecco quindi le foreste di felci giganti del giacimento carbonifero della Val Senagra, le impronte fossili della gigantesche Sigillarie e dei Lepidodendri, e ancora i primi semi fossili della storia della terra. Ecco gli eccezionali ritrovamenti di Osteno, noti in tutto il mondo agli studiosi, le cui particolari condizioni ambientali (si ipotizzano cicli di carenza di ossigeno causati dal proliferare di alghe) hanno consentito la fossilizzazione anche delle parti molli di un verme. Ecco lo Squaloraja, metà squalo e metà razza, unico esemplare al mondo, e il Coleia popeyei, chiamato così perché le chele nel fossile ricordano i bicipiti in posa plastica del marinaio dei cartoon.
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