Una passione sulle punte
Applausi a passo di danza

Al Teatro Sociale il saggio di fine anno della scuola diretta da Simonetta Schiavetti

COMO - L’aria che si respira dietro le quinte prima di ogni spettacolo, ha qualcosa di magico. È stato così anche giovedì e venerdì sera, al teatro Sociale, al saggio di fine anno dell’omonima scuola di danza classica. Eccitazione, nervosismo; qualche ragazza ripete i passi, qualcun’altra si scalda le punte e indossa le scarpette, ormai consunte dai tanti anni di esercizio. Le grandi aiutano le piccole a prepararsi, c’è chi si trucca, chi si sistema il costume di scena. Ci si incoraggia con gesti scaramantici, con una parola, uno sfiorarsi fugace di mani e di sguardi. Il teatro è gremito di persone, perlopiù genitori muniti di telecamere e macchine fotografiche. Le ultime raccomandazioni e si apre il sipario: sulla musica di Mendelsshon entrano in scena le allieve più giovani, alcune hanno poco più di sei anni. Avvolte nelle gonnelline di tulle bianche, danzano aggraziate sotto lo sguardo fiero e attento di mamma e papà che, dalla platea e dai palchetti, ne seguono rapiti i movimenti. Quando la musica è più tenue si sente una sussurro, lieve, provenire da dietro le quinte: «Uno, due, tre..». È la voce di Simonetta Schiavetti, insegnante e direttrice della scuola che lei stessa fondò ventuno anni fa. Dietro quei volti sorridenti e quei gesti ripetuti a memoria, si scorge l’emozione di chi si trova per la prima volta sotto la luce dei riflettori, davanti a un pubblico numeroso. Qualcuna delle bambine confonde un passo, la fila di tutù si blocca per qualche istante. Il pubblico sorride intenerito e incoraggia con un applauso che accompagna la chiusura del sipario. Durante l’intervallo c’è una via vai di genitori che si complimentano l’un l’altro. Un ragazzo, seduto tra gli spettatori, attende con trepidazione il seguito. Finalmente le luci si spengono e nel buio della platea si scorge solamente la spia rossa della sua telecamera. La scena riproduce un bosco al centro del quale si trova una piccola capanna. Sulle note di Humpererdinck, entrano in scena le due protagoniste (Elena Ajani e Annalisa Sanavia) della seconda rappresentazione, “Hänsel e Gretel”, tratta dall’omonima favola dei fratelli Grimm. L’opera è allegra e coinvolge il pubblico che, alla fine, risponde con un batter di mani che si protrae per lunghi istanti. Lo spettacolo si conclude con l’opera “…la vita passa e va…”, nella quale si esibiscono le danzatrici più esperte. Ad accompagnarle due ballerini d’eccezione, Andrea Pujatti e Matteo Gavazzi, arrivati per l’occasione direttamente dal teatro “La Scala” di Milano: la coreografia riproduce una spiaggia che fa da sfondo alla storia, ambientata per l’appunto in estate. I ballerini volteggiano sul palco, in un alternanza di movimenti lenti e veloci, sempre contraddistinti da eleganza e stile. Sono trascorse quasi tre ore dall’inizio quando la musica si attenua e il sipario si chiude. Il pubblico però non sembra stanco, tant’è che viene chiesto a gran voce un bis. Maddalena Massafra

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Eco di Bergamo Il saggio del Sociale