Cultura e Spettacoli
Venerdì 05 Giugno 2009
Tanto teatro e film d'autore
per Greta, star anglo-comasca
La Scacchi, 49 anni, è protagonista de "L'amore nascosto", nel ruolo di una psichiatra che prende in cura Isabella Huppert. A La Provincia dice: "I ruoli alla mia età sono pochi. Per fortuna lavoro in Europa, in America è anche peggio..."
Una madre che ha odiato la figlia e non è mai riuscita a liberarsi dalla colpa. Anni dopo è ricoverata in clinica psichiatrica dopo il terzo tentativo di suicidio. È il preambolo de "L’amore nascosto", film di Alessandro Capone in uscita questa settimana. Una coproduzione italo-belga-lussemburghese con un cast importante: Isabelle Huppert, Olivier Gourmet, l’emergente Mélanie Laurent e Greta Scacchi, famiglia comasca di imprenditori del ramo serico, nata a Milano e al rientro dopo un’assenza dallo schermo. Una storia che affronta temi molto forti ma non convince del tutto, a dirigerla un regista noto per le fiction poliziesche e gli spettacoli teatrali, più che per il lungometraggio "Uomini sull’orlo di una crisi di nervi".
La giovane Sophia (Laurent) ha superato il dolore e il rapporto malato con la madre dando vita a sua volta a una bambina. La genitrice (la Huppert, naturalmente) non vuole uscire dal meccanismo autodistruttivo e ad ascoltarla c’è l’analista interpretata dalla Scacchi, indimenticabile per le sue interpretazioni in "Presunto innocente", "I protagonisti", "Emma", "Jefferson in Paris", "Good Morning Babilonia" e altre. «Per me la Huppert è sempre stata un’icona – ci racconta l’attrice italo-inglese – Se ho voluto fare l’attrice è stato perché l’ho vista ne "La merlettaia" di Claude Goretta. Sono rimasta affascinata da come lavora, fa la pazza benissimo! È la regina del fare le cose senza sforzo, non la vedi studiare o concentrarsi, ha un’audacia naturale che colpisce. E poi è molto carina con i colleghi e i registi». Quanto alle recenti polemiche su premiati al festival di Cannes, dove l’attrice francese era presidente di giuria, la Scacchi ammette di non averle seguite, ma di ricordare quando, nel 1996, fu chiamata ad assegnare la palma d’oro. «Il presidente – racconta – era Francis Ford Coppola e non se ne ricorda uno così rilassato e democratico. Fu la deliberazione più veloce della storia! Votammo e basta, anche se ci chiusero cinque ore in un castello circondato da guardie armate e senza telefoni. Alla fine siamo stati là a mangiare e dormire! Premiammo "Segreti e bugie" di Mike Leigh ma era un concorso bellissimo!».
E se la si vede poco sul grande schermo, l’attrice spiega che ci sono pochi ruoli per la sue età: «devo scegliere tra dire di no ai film brutti o fare piccole parti in film abbastanza belli. Ci sono solo parti da madre problematica o da ex moglie. Per fortuna lavoro in Europa, perché negli Stati Uniti è ancora peggio. E poi ho il teatro, che è sempre stato il mio sogno e mi sta dando molte soddisfazioni». La missione della Scacchi ora è l’ambiente. «Me ne sono sempre occupata fin dagli anni ’80 – sottolinea – Poi sono diventata madre e mi sono occupata dei figli. Sei mesi fa ho scoperto che se andremo avanti con la pesca indiscriminata tra 40 anni non ci saranno altre specie negli oceani se non vermi e meduse e che i tonni più pregiati sono a rischio d’estinzione come i rinoceronti. Dobbiamo fare qualcosa per lasciare ai nostri nipoti quello che abbiamo noi. Così sto organizzando per lunedì a Londra una grande presentazione del documentario premiato al Sundance "The End of the Line" di Rupert Murray in occasione della giornata mondiale degli oceani. Ho invitato Colin Firth, Hugh Grant, Alan Rickmann, Bjork e molti altri perché si possano sensibilizzare le persone. Se ne parla poco, ma se cambiamo abitudini possiamo ancora salvare l’ambiente».
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