Cultura e Spettacoli
Mercoledì 01 Luglio 2009
A cavallo della fantasia
in un museo più bello
Si sono conclusi al Museo del cavallo giocattolo di Grandate, unico al mondo, i lavori di ampliamento e risistemazione delle collezioni. Il 29 giugno ha aperto un'appassionante mostra sui circhi in miniatura
Il Museo del Cavallo giocattolo, unico al mondo nel suo genere, si trova a Grandate (Como) laddove un tempo c’era la scuderia «Al Portichetto» in cui nacque il mitico purosangue Tornese nel 1952. Il recente ampliamento, firmato da Renato Conti e Paolo Brambilla e commissionato dai figli del cavalier Piero Catelli, mette in risalto la volontà del fondatore della Chicco-Artsana di ridare a questo luogo trasformato in area industriale le sue connotazioni originarie. Ce lo racconta una lettera riprodotta in calce sulle vetrate della porta di ingresso del museo aziendale comasco vincitore del Premio Guggenheim nel 2000.
«Il cavalier Catelli - ricorda la curatrice Graziella Perego - mi diceva che tutti nella vita devono lasciare un segno e la sua traccia sarebbe stata in questo museo del cavallo giocattolo, un luogo di svago per grandi e bambini in cui veniva regolarmente ogni sabato». Sembrerà un po’ strano sapere che tutto è nato dal senso di colpa per aver cancellato la scuderia del mitico Sauro Volante che fece sognare l’Italia con le sue 130 corse vinte e dall’intimo desiderio del patron della Chicco di voler dare traccia di questo passato glorioso ricordando la sua avventura di imprenditore del giocattolo. Ma c’è dell’altro: era importante ricordare ai bambini i tempi in cui solitamente ci si muoveva a cavallo da una parte all’altra del mondo ed era necessario stanare innumerevoli piccoli destrieri dalle stanze polverose di ogni dove. I cavalli giocattolo che troviamo disposti secondo un’attenta catalogazione nelle sale del museo sono cinquecentosessanta giunti da ogni continente. Tra questi spicca l’antico ninnolo Adamo, cavallo etrusco in pietra lavica, Gigi del I secolo dopo Cristo, Hidemasa, realizzato dallo scultore Fujimachi di Tokamachi (Giappone), Tirvo, prezioso regalo del cavalier Berlucchi all’amico comasco, Black Stallion, il più amato dai bambini, donato da Carlotta Catelli per evitare che il suo gatto facesse di nuovo le unghie sull’amato peluche. Li troviamo al piano terra dove c’è anche un laboratorio riservato ai bambini che possono vestire il loro cavallino in polistirolo con i rimasugli degli abiti prodotti alla Chicco qui confluiti secondo una politica sapiente del riuso. «Negli ultimi tre mesi - osserva Graziella Perego - abbiamo avuto millecinquecento bambini delle scolaresche comasche. La cosa più meravigliosa che mi sono sentita dire è "maestra, ma questo è un sogno"».
Al pian terreno c’è inoltre una sala dedicata alle esposizioni che attualmente ospita la collezione dell’ingegner Pandini con la riproduzione su scala in latta dei circhi di mezzo mondo. Gli straordinari pezzi in mostra, realizzati dai coniugi Carlo e Marlisa Castelnuovo, spaziano dall’omaggio a Fellini con Zampanò al tendone dei fratelli Knie. Al piano superiore è riservata la parte più dotta del museo con una biblioteca a tema dove spicca il libro dell’australiana Patricia Mullin, la massima esperta di cavalli giocattolo al mondo che nutre un’ammirazione del tutto speciale per il museo comasco visitato nel 2007. Nella sala proiezioni c’è il filmato di Tony e Marc Stevenson che realizzano cavalli giocattolo dalle mille e una notte in Inghilterra. Due loro destrieri in legno sono stati commissionati dalla regina Elisabetta che li ha ricevuti personalmente a Windsor. Nel loro ospedale, unico al mondo, le creature equestri entrano a pezzi ed escono sempre in forma smagliante. I gemelli inglesi sono gli autori del “cavallo del millennio” che ha visto la luce nel 2000 per volontà del cavalier Piero Catelli. Lo splendido destriero nero di nome Peter-Steve ha una chiave nascosta sotto la sella per aprire la capsula del tempo nel ventre dove è stato inserito il messaggio per i discendenti che in questo caso è la lettera ispiratrice del museo. Alcuni cavalli più che i segreti dell’alto artigianato svelano la maestria di una vera e propria arte. Sono pezzi unici che nascono da un attento lavoro di scultura. Tra questi c’è sicuramente Waldo, l’ottocentesco cavallo da parata di Dresda di Friedrich Heine, che la pittrice Wanda Broggi ha regalato al museo. L’artista ha inoltre dipinto "La scuderia dei sogni" con una nutrita serie di cavalli giocattolo, che si animano di espressioni e sentimenti, e il ritratto al patron della Chicco-Artsana che accoglie i visitatori all’ingresso. La sala finale è dedicata ai giocattoli colorati di latta serigrafata della Lehmann per continuare a viaggiare sulle ali della fantasia tra dirigibili e struzzi postini. All’esterno del museo è possibile ammirare Roberto, il cavallo del regista Beningni proveniente dal film "Pinocchio" che il cavalier Piero Catelli ha acquistato nel 2002 in occasione del 50° della nascita del Tornese.
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