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Cultura e Spettacoli
Mercoledì 05 Agosto 2009
I Diari di Mussolini?
Festorazzi: solo un bluff
Il giornalista e storico comasco spiega perché le agende attribuite al duce sono dubbie. Il 6 e il 12 agosto, a Milano, Marcello Dell'Utri ne leggerà alcuni stralci. Ingresso libero.
Marcello Dell’Utri legge, ancora una volta in pubblico, i presunti Diari di Mussolini. Sarà pure convinto che si tratti di documenti genuini, ma purtroppo non è che all’aumentare del numero delle audizioni le carte si accreditino maggiormente. Al tempo in cui esplose la polemica sull’autenticità dei Diari (cinque agende relative agli anni 1935-39), fui tra i più decisi sostenitori della falsità materiale di quegli scritti attribuiti al Duce. Era il febbraio del 2007. All’epoca scrivevo sul "Giornale", e telefonai al direttore Maurizio Belpietro per spiegargli che si trattava di una bufala. Mi aspettavo che Belpietro tergiversasse, conoscendo i rapporti tra Dell’Utri e l’editore della testata fondata da Montanelli. Invece (ma non me ne sorpresi, essendomi nota la statura professionale del direttore), mi invitò a scriverne. Per tre giorni di seguito, così, potei "smontare" pezzo per pezzo il clamoroso raggiro. È passato molto tempo, ma i presunti "Diari" di Mussolini sono come un fiume carsico che ogni tanto riaffiora. Ignoro se i detentori dei documenti siano riusciti a venderli. Ma resta il fatto che, dal principio del 2007 ad oggi, nessun editore li ha pubblicati. Se fossero stati veri, Mondadori o Rizzoli si sarebbero sbranati per aggiudicarseli.
Vale la pena di riassumere le ragioni di fondo che hanno indotto me ed altri a gridare al falso. L’analisi formale di un documento, per stabilirne l’autenticità, procede su diversi livelli. L’esame della "materia" con cui è redatto il documento, l’analisi grafica e stilistica del documento e la verifica dei contenuti. Sotto il primo profilo, ci sono perizie divergenti. Secondo alcuni, i tipi di agenda, la carta, l’inchiostro sarebbero compatibili con l’epoca cui risale il documento. Secondo altri, invece, no. L’analisi della grafia e dello stile ha evidenziato grandi perplessità, perché i testi manoscritti sono apparsi un’imitazione piuttosto grossolana della calligrafia mussoliniana. Si riscontra una maggiore "densità" dello scritto rispetto agli autografi del Duce: un numero superiore di caratteri in uno spazio più ristretto. Anche la calligrafia è diversa, le aste sono meno pronunciate.
E veniamo allo stile. L’autore di questi testi ricorre a espressioni che il dittatore non avrebbe mai adoperato. Non mancano improprietà lessicali, che sorprenderebbero molto in un uomo che aveva invece uno stile sempre sorvegliato. C’è un fraseggio meno ricercato di quello abituale del capo del fascismo, che era un giornalista e possedeva una padronanza assoluta della lingua italiana, e uno stile secco, incisivo ma ricco. Resta il capitolo dei riscontri contenutistici, che permettono di appurare se i fatti narrati non siano in contraddizione con ciò che è già noto. La comparazione di fonti ha già consentito di scoprire enormi falle. Nelle pagine dei Diari che ho esaminato, non ho riconosciuto la forte ed energica personalità di Mussolini. Ho scorto, al contrario, il ritratto di un personaggio piccolo borghese. Ma credo che il documento sia un falso anche per un altro fondamentale motivo. Si sa per certo che Mussolini vergò dei Diari: lo attestò lui stesso in diverse occasioni. Ma li scrisse per oltre vent’anni, dal 1921 al 1945.
Perché non emergono anche le altre annate, precedenti al 1935 e successive al 1939? Sarebbe importante poter stabilire chi e quando confezionò questi documenti. All’origine dell’operazione, vi fu probabilmente la finalità di accreditare un’immagine "umana" di Mussolini, accentuandone il profilo di nemico di Hitler. Non vi sarebbe di che meravigliarsi: questo è accaduto per molti falsi documenti realizzati da ambienti neofascisti allo scopo riabilitare il Duce.
Marcello Dell’Utri, bibliofilo e senatore del Pdl, con casa sul lago di Como, a Torno, legge a Milano, al Teatro di Verdura, ampi stralci dei presunti «Diari» di Benito Mussolini (5 agende dal 1935 al 1939) tornati alla luce due anni fa, tra le polemiche. Dell’Utri ha assicurato di non voler fare «apologia del fascismo»: c’è molta curiosità per i contenuti dei «Diari», non ancora pubblicati. Lo affiancherà Ugo Finetti. Appuntamento il 6 e il 12 agosto, sempre alle ore 21. Ingresso libero, in via Senato 14.
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